Università: “Medici fantasma”, protesta alla Sapienza contro il numero chiuso

MeteoWeb

E’ il giorno dei test d’ingresso alle Facoltà di Medicina e Chirurgia e scattano le poteste contro il numero chiuso. All’Università Sapienza di Roma tre diversi striscioni e una cinquantina di ragazzi si sono dati appuntamento davanti una delle sedi della prova, l’aula di Ortopedia. “Medici fantasma. Chi si cura del Sistema sanitario nazionale” è lo striscione di Link Coordinamenti studentesco. “18 anni di numero chiuso, 1 milioni di studenti non festeggia” è lo slogan scelto dall’Unione degli universitari, con tanto di regali impacchettati sulle davanti l’ingresso dell’aula di Ortopedia. “Test d’ingresso: una selezione di classe” è invece lo striscione del Fronte della Gioventù comunista di Roma.
Ancora una volta i test d’ingresso lasceranno fuori 60 mila candidati con la retorica del ‘non possono fare tutti il medico’ – spiega all’Adnkronos Salute Alessio Angelucci, segretario del Fronte della Gioventù comunista di Roma – La dialettica del merito è una illusione: non c’è nessuna equità in queste prove“. Per Alessio Bottalico, coordinatore di Link, oggi con camice bianco e il volto dipinto dello stesso colore per ricordare i tanti colleghi ‘fantasma’, in questo modo “abbiamo posto l’attenzione sul numero chiuso e su come impatta sul numero dei medici: colpa di pochi investimenti sul Ssn e delle carenze delle borse di specializzazione. Un doppio imbuto per tanti ragazzi“.
Oggi saranno 67.005 i candidati che si contenderanno a livello nazionale 9.779 posti. Giovani aspiranti dottori che dovranno rivaleggiare per 1 posto ogni 6 candidati.
Quest’anno il numero chiuso compie 18 anni – afferma Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli universitari – ma a festeggiare saranno in pochi: gli ordini professionali che traggono vantaggio dal basso numero di laureati; i baroni e i rettori, che in questi anni hanno fatto di tutto per avallare questo sistema. Il numero chiuso va cancellato tanto a livello locale quanto a livello nazionale“.

Condividi