Florence si è nuovamente trasformato in un uragano, categoria 1, e dovrebbe rapidamente intensificarsi in un pericolosissimo uragano di categoria 4 nella giornata di domani, martedì 11 settembre, mentre si dirige verso il sud-est degli Stati Uniti. È probabile che Florence tocchi terra tra giovedì 13 e venerdì 14. Le probabilità che l’uragano permanga vicino o sulle costa per diversi giorni stanno aumentando e questo rende Florence un’enorme minaccia di pioggia e inondazioni costiere.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, Florence ha venti massimi di 150 km/h e si trova circa 1.100 km a sud-est delle Bermuda, mentre si muove in direzione ovest a 11 km/h. Le temperature superficiali del mare sono di circa 28,5°C, ma l’uragano è inserito in un’atmosfera con aria secca e umidità relativa del 50%. Lo shear del vento di 10-12 m/s che sta portando quest’aria secca al centro della tempesta si è ridotto notevolmente ieri, 9 settembre, fino a 2,5-5 m/s. Le immagini satellitari di ieri pomeriggio mostrano che la tempesta è molto più organizzata, con un occhio più evidente, una forma più simmetrica ed eccezionali bande a spirale, come potete vedere dall’immagine in evidenza. Florence è un uragano di medie dimensioni, con venti di intensità di tempesta tropicale che si estendono fino a 185 km dal suo centro.
L’ambiente di Florence è diventato molto più favorevole ad un’intensificazione rispetto agli ultimi giorni e il Centro Nazionale Uragani (NHC) ha realizzato le sue previsioni più aggressive di una rapida intensificazione per una tempesta atlantica dal 1998. I modelli prevedono uno shear abbastanza basso fino alla sera di mercoledì 12. Le temperature superficiali del mare aumenteranno gradualmente fino a 29°C in questo periodo e il contenuto di calore dell’oceano sarà più che raddoppiato. Entro giovedì 13, i modelli prevedono un rafforzamento di Florence fino alla categoria 3-4 e anche un aumento delle sue dimensioni.
Un’allungata area di bassa pressione che si è sviluppata nelle acque poche centinaia di metri a ovest delle Bermuda, rinominata 94L dall’NHC, ha perso gran parte della sua rotazione ed è ora solo un piccolo cluster di forti temporali. Oggi Florence dovrebbe passare a sud dei resti di 94L e potrebbe assorbirli, il che produrrebbe un piccolo aumento delle sue dimensioni e della sua intensità.
Florence è guidato da un flusso in senso orario intorno all’area di alta pressione denominata Bermuda High, il sistema di alta pressione semi-permanente centrato sul Nord Atlantico. Il confine della Bermuda High si troverà lungo la costa orientale statunitense a metà settimana e se Florence ruoterà intorno al suo lato sudoccidentale, virerà verso nord-ovest e poi verso nord. L’esatta posizione e l’orientamento del lato sudoccidentale della Bermuda High, in combinazione con la forza della depressione che si troverà a ovest rispetto ad essa, saranno le chiavi per determinare la posizione e il momento della virata di Florence. Poiché per questa virata mancano ancora 4 giorni, i modelli sono ancora in disaccordo: un impatto diretto di Florence potrebbe colpire qualsiasi punto della fascia di costa dalla Georgia al Massachusetts, con la Carolina del Nord esposta al rischio maggiore.
In questo momento, sulla base degli ultimi modelli, gli scenari possibili sembrano essere i seguenti:
- Florence continuerà a dirigersi verso ovest-nordovest fino ad un “landfall” tra Carolina del Sud e Carolina del Nord (40% di possibilità).
- Florence virerà verso nord o si fermerà a largo della Carolina del Nord per poi virare verso nord-est in mare aperto, senza toccare la terraferma (30% di possibilità).
- Florence virerà verso nord-ovest o nord a largo della Carolina del Nord, toccando la terraferma nel New England tra Virginia e Massachusetts domenica 16 settembre (20% di possibilità).
- La Bermuda High si intensificherà mentre Florence si avvicinerà alla costa, producendo un moto diretto più a ovest, con un “landfall” in Georgia o Carolina del Sud (10% di possibilità).
Florence: l’uragano Harvey della East Coast?
I modelli concordano sempre più su uno scenario che vede la depressione, che dovrebbe far virare l’uragano verso nord, troppo debole per riuscirci, mentre una forte dorsale di alta pressione si verrà a formare sul Medio Atlantico. Questa dorsale bloccherebbe l’avanzamento di Florence, che potrebbe fermarsi e vagare vicino o sulla costa per 6 giorni, diventando l’”Harvey della East Coast” per la quantità di pioggia prodotta. Stessa minaccia se Florence colpisse verso l’interno come grande uragano e poi si fermasse producendo alluvioni per diversi giorni, come fatto da Harvey nel Texas sudorientale.
Una fine estate umida ha preparato il terreno per grandi preoccupazioni per quanto riguarda le alluvioni. Gran parte del periodo da metà luglio in poi è stata eccezionalmente umida su alcune parti del Medio Atlantico. Fino a martedì 4 settembre, l’umidità del suolo era fino a 100 mm sopra la media in gran parti dell’area. Un suolo saturo aumenta notevolmente il rischio di alluvioni. Come indicato da weather.com, per il periodo 1962-2012, la pioggia è stata la responsabile del 27% delle morti causate da cicloni tropicali negli Stati Uniti.