USA, “Oggi la minaccia diventa realtà”: l’uragano Florence inizia a rallentare la sua corsa [AGGIORNAMENTI]

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L’uragano Florence si trova ora 230 km a sud-est di Wilmington, Carolina del Nord, e la sua velocità di movimento si è ridotta a 17 km/h, cattivo segno in vista delle precipitazioni catastrofiche attese dalla tempesta. Sulle Outer Banks della Carolina del Nord, l’acqua dell’oceano ha già allagato le strade e alcune persone hanno scattato foto dell’oceano in burrasca, ricoperto di schiuma bianca. I residenti dalla Virginia alla Georgia, soprattutto quelli che vivono lungo la costa o in aree soggette a inondazioni, devono decidere se restare o andare via. In merito alle persone che hanno deciso di sfidare la tempesta restando nelle loro case, Dan House, capo della polizia di Wrightsville Beach, isola barriera che si ritroverà nell’occhio dell’uragano, ha dichiarato che non metterà in pericolo il suo personale, “soprattutto per persone a cui è già stato detto di evacuare”. Le squadre di soccorso non interverranno con venti al di sopra di 80 km/h e coloro che rifiutano di evacuare potrebbero ritrovarsi soli, sotto l’acqua e al buio.

uragano florenceIl Governatore della Carolina del Nord sta esortando i residenti a restare in allerta nonostante il cambiamento della rotta prevista per la tempesta: “Non rilassatevi, non siate indifferenti. State in guardia. Questa è una tempesta potente che può uccidere. Oggi la minaccia diventa realtà”. Gli scienziati ritengono che sia troppo presto per determinare quale ruolo, ammesso che ci sia, abbia giocato il riscaldamento globale sulla tempesta. Studi precedenti hanno dimostrato che gli uragani più forti stanno diventando più umidi e più intensi e che si intensificano più velocemente a causa dei cambiamenti climatici causati dall’uomo.

Trump sta assicurando che la sua amministrazione farà un buon lavoro per rispondere all’emergenza, così come fatto per le tempeste precedenti, come quelle in Florida e Texas. Il Presidente include nella lista anche l’uragano Maria, che ha devastato Porto Rico e ucciso quasi 3.000 persone, secondo una stima della George Washington University, che Trump considera un complotto dei democratici per metterlo in cattiva luce.

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