Una ricerca condotta dall’Accademia Cinese delle Scienze in collaborazione con il Mit, il Museo Nazionale di Storia Naturale di Washington e l’Università di Calgary ha ricostruito i dettagli di una delle più grandi estinzioni di massa, la “Grande moria“, verificatasi 252 milioni di anni fa, alla fine del Permiano: in soli 30.000 anni si è estinto il 90% degli animali degli oceani e i rettili della terraferma.
Lo studio, i cui dettagli sono stati pubblicati su Geological Society of America Bulletin, ha rilevato che a provocare l’estinzione di massa sarebbe stata un’intensa attività vulcanica su scala planetaria: la conclusione si basa sull’analisi di roccia vulcanica nel Guangxi, in Cina, che conserva ancora le tracce dell’evento, come ad esempio fossili di molti organismi marini.
I fattori che hanno reso impossibile la vita sul pianeta sono stati numerosi, ma tutti connessi alle eruzioni: piogge acide, calo dell’ossigeno negli oceani, presenza di gas tossici e di metalli pesanti nell’atmosfera. Inoltre, riportano i paleontologi, alti livelli di gas serra, come anidride carbonica e metano, nel periodo dell’estinzione di massa, hanno provocato anche un aumento delle temperature di circa 10°C.
Vulcani: intensa attività su scala planetaria ha innescato la “Grande moria”, una delle più grandi estinzioni di massa
