“Se sbaglio mi corrigerete“. Così l’arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtila, conquistò subito la simpatia degli italiani dopo essere stato eletto papa il 16 ottobre 1978. Dopo due giorni di conclave, cinque scrutini e tre fumate nere, nel tardo pomeriggio di quarant’anni fa una fumata bianca annuncia al mondo che “Habemus Papam”, dopo il pontificato-lampo di Albino Luciani, durato solo 33 giorni.
Il suo italiano “zoppicante”, dunque, conquista subito tutti e anche il nome scelto incontra l’approvazione dei più: Giovanni Paolo II. Si tratta del primo non italiano sul soglio di Pietro dal 1523. La sua elezione non è stata semplice. Dal giorno precedente il collegio cardinalizio si era chiuso nella cappella Sistina per scegliere il pontefice: accordi, intrallazzi, “congiure”, scontri, insomma anche in questo caso non mancarono tutti gli ingredienti che hanno da sempre accompagnato l’elezione di un pontefice. Ma bastò poco, ai porporati che avevano partecipato al conclave, per comprendere che avevano appena fatto una scelta destinata a fare storia. E’ stato sufficiente vedere Wojtyla indossare la talare bianca, per comprendere che era l’uomo giusto per poter guidare la traballante Chiesa che arrancava verso il nuovo millennio perdendo sempre di più la propria autorevolezza e la propria essenza.