I giorni dal 5 al 14 ottobre, nel 1582, non sono esistiti. Non si tratta però dell’effetto di qualche stregoneria del passato, ma della necessità di un semplice calcolo matematico. Un calcolo che diversamente non si sarebbe potuto portare a termine. Il 15 ottobre di quell’anno, infatti, entrò in vigore il calendario gregoriano, ovvero quello che utilizziamo ancora oggi, ma per riallineare la nuova cadenza alle stagioni è stato necessario eliminare arbitrariamente dei giorni. Quel 15 ottobre di 436 anni fa, che era il 5 ottobre secondo il calendario giuliano, in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Polonia-Lituania e Belgio-Paesi Bassi-Lussemburgo, e poi negli altri paesi cattolici in date diverse nel corso dei cinque anni successivi, il tempo e i giorni iniziarono ad essere scanditi in maniera differente: venne adottato il calendario gregoriano.
I Paesi non cattolici si uniformarono invece in epoche successive: gli stati luterani, calvinisti e anglicani durante il XVIII secolo, quelli ortodossi furono poi gli ultimi. Le Chiese ortodosse russa, serba e di Gerusalemme continuano ancora oggi a seguire il calendario giuliano, infatti c’è una differenza di 13 giorni tra le festività religiose ortodosse e quelle delle altre fedi cristiane. In Giappone, invece, il calendario gregoriano fu adottato nel 1873; in Egitto nel 1875; in Cina nel 1912; in Turchia nel 1924.
Quello gregoriano è dunque oggi il calendario ufficiale della maggior parte dei paesi occidentali. Prende il nome da Papa Gregorio XIII, che lo introdusse con la bolla papale Inter gravissimas promulgata a Villa Mondragone. È una modifica del calendario giuliano, in vigore fino a quell’epoca, dietro suggerimento del medico calabrese Luigi Lilio, che prese parte alla Commissione presieduta da Cristoforo Clavio, gesuita professore del Collegio Romano, assieme al matematico e astronomo siciliano Giuseppe Scala e al matematico perugino Ignazio Danti.
Per la creazione del calendario gregoriano vennero utilizzate le misurazioni dell’astronomo Niccolò Copernico, pubblicate nel 1543 con il titolo di De Revolutionibus orbium coelestium libri sex; lo studioso era riuscito a calcolare, con accuratezza, sia l’anno tropico sia l’anno siderale. Il calendario gregoriano è basato sull’anno solare, ovvero sul ciclo delle stagioni.