AIGAE, Meeting Nazionale: centinaia di Guide Ambientali Escursionistiche sulla Linea Cadorna

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Avremo anche panoramiche dalla zona alpe Ompio e pizzo Faiè e al Piancavallone. Entreremo nella Linea Cadorna, nelle fortificazioni volute dal Generale Luigi Cadorna durante la Prima Guerra Mondiale. Sarà un omaggio ai caduti, a tutti coloro i quali hanno dato la vita per l’Italia. Saremo però anche nell’area wilderness più estesa delle Alpi. Lo faremo domani in occasione del Meeting Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche AIGAE”. Lo ha dichiarato, Filippo Camerlenghi, Presidente Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche.

Lungo l’escursione di domani ci sarà la grande opportunità di ammirare e filmare panoramiche verso la Val Grande (Parco Nazionale con Riserva naturale Integrale del Monte Pedum) e verso la Val d’Ossola con alcuni riferimenti inerenti anche alla Linea Cadorna – ha proseguito Camerlenghi – zona Ornavasso e Montorfano. Poi al Piancavallone panorami a 360 gradi sia verso Val Grande, Val Pogallo e Linea Cadorna dell’Alto Verbano oltre che verso la Pianura Padana, Monte Rosa, Canton Ticino, etc. Vedremo
il sistema di fortificazioni voluto dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, originario di Pallanza, con lo scopo di contrastare un’eventuale invasione nemica proveniente dalla Svizzera. La Linea Cadorna si estendeva dall’Ossola alla Valtellina; con un sistema di trincee – ha proseguito Camerlenghi – postazioni di artiglieria, di cui alcune in caverne scavate nella roccia, e centinaia di km di strade e mulattiere. Domani Domenica 21 Ottobre partenza dalle ore 9 e 30.
La realizzazione comportò l’impiego di un gran numero di operai, e questo fu forse l’unico aspetto positivo di quest’opera, procurando lavoro alle popolazioni locali.
Lungo diversi sentieri del Parco è possibile incontrare fortificazioni, strade, cimeli che ci riportano a quei tempi”.

Su queste montagne, inoltre, è stata scritta una pagina importante della Resistenza italiana. Nel giugno del 1944 la Val Grande e la Val Pogallo furono teatro di aspri scontri tra le formazioni partigiane e le truppe nazifasciste. A Pogallo una lapide ricorda 17 giovani partigiani – ha continuato Camerlenghi – alcuni rimasti ignoti, uccisi il 18 giugno 1944. Nell’alto Verbano le vittime del rastrellamento furono oltre duecento, con battaglie e fucilazioni che culminarono a Fondotoce con l’esecuzione di 43 partigiani catturati in varie località della Val Grande.
Proprio a Fondotoce (Verbania) sorge la Casa della Resistenza, importante luogo di memoria e aggregazione per non dimenticare gli orrori della II guerra mondiale e di tutte le altre guerre”.

Nell’area wilderness più estesa delle Alpi

Ompio si raggiunge da Santino (San Bernardino Verbano) percorrendo una strada carrozzabile
(7 km) in alcuni tratti ripida e senza barriere di protezione.
Il Monte Faiè è uno tra i punti più panoramici e suggestivi del Verbano, confine tra la selvaggia Val Grande e la zona collinare dei laghi Maggiore e Mergozzo. Un confine tra due mondi. La zona di fondovalle, verso Mergozzo e l’Ossola, in epoca antica era già popolata da genti che sicuramente frequentavano le alture circostanti. E’ un’estesa e ombrosa faggeta. Dove termina la strada carrozzabile, in corrispondenza dei primi nuclei rurali dell’alpe Ompio – ha dichiarato Camerlenghi – si segue l’ampia mulattiera che conduce in poco meno di mezzora al Rifugio CAI “A. Fantoli”. Qui è posizionato il primo pannello informativo del Sentiero Natura “L’uomo albero”. Si prosegue lungo il sentiero che, a sinistra del rifugio, sale al nucleo superiore di rustici e, procedendo a mezza costa, porta a raggiungere la bocchetta che segna il confine con la selvaggia Val Grande. Il sentiero che scende nella valle conduce a Corte Buè. Per il Monte Faiè si sale invece a sinistra lungo la dorsale, all’ombra della faggeta, sempre accompagnati dai pannelli informativi del sentiero natura. Si procede fino alla cima del monte (l’ultimo tratto è molto ripido), da cui si gode un’indimenticabile vista sui laghi e sul fondovalle ossolano.
Il Pian Cavallone è un’immagine: 400 m di pianura in montagna; ad oltre 1500 m di quota, una distesa d’erba verde a cavallo tra Val Pogallo e Intrasca; sguardi aperti sul lago e, a settentrione, le montagne della Val Grande. Qui è presente anche il rifugio più significativo delle montagne verbanesi, costruito nel 1882 dalla sezione Verbano Intra del CAI. Alle spalle della cappella (rustico edificio in pietra con spazio coperto) si imbocca l’ampia pista che entra nel bosco e si lascia a destra la pista per Cappella Porta. La pista diventa un buon sentiero che percorre le pendici orientali del Pizzo Pernice per salire all’ampia sella di Pian la Carica (1401 m; cartelli indicatori); a sinistra si scende al bivacco di Curgei, mentre a destra si va al Pian Cavallone. Si sale per ampi prati direttamente sulla dorsale oppure sulla destra; da una successiva sella si raggiunge il vecchio albergo e la cappella del Pian Cavallone. Il rifugio è vicino, incollato alla montagna che guarda i laghi”.

L’Appello: “UNA LA LEGGE PER IL TURISMO AMBIENTALE”:

Non si può più attendere. Il turismo sostenibile outdoor è il comparto del Turismo in Italia che continua a segnare progresso. Il nostro territorio, le tradizioni, il paesaggio e i valori della cucina e delle persone sono gli ingredienti che ci permettono di primeggiare come mete turistiche. E’ importante quindi – ha concluso Camerlenghi – che anche le figure professionali deputate a lavorare nel settore siano qualificate, formate e aggiornate. A.I.G.A.E. da anni persegue questo obiettivo per le sue guide associate. Una legge Nazionale che ne definisca ulteriormente i contorni, e le mansioni è oramai necessaria non tanto per le Guide stesse la cui professionalità è comunque garantita dalla professionalità attuale, ma per permettere alla filiera del Turismo di avere una figura ulteriormente riconosciuta, garantita che permetta all’utente, ai chi lavora di affidarsi al giusto professionista”.

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