L’inflazione rallenta ma i prezzi dei prodotti alimentari freschi restano ben al di sopra della media con rincari su base annuale che vanno dal +6,3% del vino al +4,6% della frutta, dal +3,7% della pasta al +3% per la verdura. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat in riferimento ai prezzi al consumo a settembre 2018. A pesare – sottolinea la Coldiretti – è stato l’andamento climatico anomalo che ha decimato i raccolti, distrutto coltivazioni, abbattuto alberi e allagato le aziende, ma anche provocato frane, smottamenti e alluvioni in un 2018 in cui si contano fino ad ora danni per 600 milioni di euro all’agricoltura. Ma il crollo della produzione – precisa la Coldiretti – ha effetti sugli acquisti con il rischio di speculazioni nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola, a danno dei consumatori e degli agricoltori che in molti casi percepiscono compensi al di sotto dei costi di produzione. In questo contesto con consumi stagnanti per non cadere in una pericolosa fase di recessione è importante aver scongiurato nella manovra il previsto aumento dell’Iva che avrebbe riguardato – sottolinea la Coldiretti – anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10% e il vino e la birra al 22%. La spesa alimentare – conclude Coldiretti – è la principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione con un importo complessivo di 244 miliardi ed è quindi un elemento fondamentale per la ripresa dell’economia.