Ebola, Save the Children: aumentano i casi confermati in Congo

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Ben 33 nuovi casi di Ebola sono stati confermati negli ultimi giorni nella Repubblica Democratica del Congo, facendo registrare l’aumento più significativo di nuovi casi da quando, ad agosto scorso, l’epidemia ha iniziato a svilupparsi nella provincia del Nord Kivu, nell’est del Paese. Salgono così a 214 i casi di Ebola individuati fino a oggi, di cui 179 confermati e 35 probabili, mentre almeno 104 persone hanno perso la vita sicuramente a causa del virus letale.

Se gli operatori umanitari non riusciranno a raggiungere le comunità locali sul terreno, sensibilizzandole su come fermare la diffusione del virus, si rischia che l’Ebola possa estendersi senza controllo trasformandosi in una minaccia su scala internazionale“: è la forte preoccupazione di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.

Gli operatori umanitari impegnati nell’emergenza Ebola in RD Congo, sottolinea l’Organizzazione, vengono accolti con forte sospetto da parte delle comunità locali. “A Beni e dintorni le persone sono molto spaventate perché hanno visto i loro cari e i loro vicini morire in modo orribile a causa dell’Ebola. Purtroppo, i nostri operatori sanitari comunitari sono spesso visti con ostilità e a volte subiscono atti di violenza mentre cercano di approcciare le famiglie e parlare loro di come proteggersi dal virus mortale, come accaduto a un veicolo dei nostri operatori, colpito da pietre, mentre si avvicinavano a un’abitazione”, ha raccontato Heather Kerr, Direttore di Save the Children nella Repubblica Democratica del Congo.

Il Ministero della Sanità locale, nei giorni scorsi, ha annunciato nuove misure per arginare l’epidemia in Nord Kivu, regione già sferzata dai conflitti e ora tra le più colpite dall’emergenza Ebola, tra cui una campagna d’informazione sui social media e il reclutamento di personale locale per rintracciare persone che sono state in contatto con casi confermati.

La nostra risposta all’emergenza, in coordinamento con le altre agenzie impegnate in Nord Kivu, è anche stata anche gravemente ostacolata dai recenti episodi di violenza nella città di Beni. Nonostante queste difficoltà, continueremo a fare di tutto per proteggere il maggior numero di bambini e di famiglie dal rischio di contrarre questa malattia devastante“, ha proseguito Kerr.

Lavorando in stretto contatto con il Ministero della Sanità, Save the Children ha formato 230 operatori sanitari comunitari che, porta a porta, raggiungono e informano le famiglie su come prevenire la diffusione della malattia attraverso semplici passaggi come il lavaggio delle mani. Ad oggi, oltre 290.000 persone, tra cui 163.200 bambini, sono stati raggiunti con messaggi salvavita. L’Organizzazione è inoltre impegnata a rintracciare i casi confermati di Ebola per assicurarsi che le persone che hanno contratto il virus accedano ai centri di cura.

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