L’Osservatorio Ictus Italia rilancia l’Action Plan europeo: “Ridurre i casi di ictus del 10% e trattarne il 90% nelle Stroke Unit”

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L’Osservatorio Ictus Italia, in occasione della Giornata mondiale dell’Ictus, promuove e rilancia gli obiettivi dell’Action Plan for Stroke in Europe 2018-2030, importante documento promosso dall’ESO (European Stroke Organisation) e dal SAFE (Stroke Alliance for Europe), che riunisce tutte le associazioni di pazienti del nostro continente. Sono quattro gli obiettivi prioritari individuati dall’Action Plan europeo da raggiungere entro il 2030:

  • ridurre il numero assoluto di casi di ictus in Europa del 10%;
  • trattare il 90% o più delle persone colpite da ictus in Europa all’interno delle Stroke Unit, come primo livello di cura;
  • favorire l’adozione di piani nazionali per la patologia, che comprendano l’intera catena di cura: dalla prevenzione primaria fino alla vita dopo l’ictus;
  • implementare strategie nazionali per interventi multisettoriali di sanità pubblica che promuovano e facilitino uno stile di vita sano, riducendo i fattori ambientali (incluso l’inquinamento atmosferico), socio-economici ed educativi che aumentano il rischio di ictus.

L’Action Plan for Stroke in Europe, frutto del lavoro di 70 esperti, è stato coordinato dal Professor Bo Norrving, neurologo di fama mondiale e curatore delle dichiarazioni di Helsingborg del 1994 e del 2006, utilizzate come base per l’istituzione e la pianificazione dei servizi per l’ictus in tutta Europa. L’Action Plan è stato lanciato all’attenzione pubblica da Jon Barrick, Presidente di SAFE, Bart van der Worp, Presidente ESO e dalla Dott.ssa Valeria Caso, Past President ESO (2016-2018) e membro del Consiglio Direttivo dell’Osservatorio Ictus Italia. Alla redazione hanno collaborato anche il Prof. Danilo Toni, Vice Presidente ISO e la Dott.ssa Francesca Pezzella – Delegata A.L.I.Ce. Italia per S.A.F.E., E.S.O. e W.S.O. (entrambi membri nel Consiglio Direttivo dell’Osservatorio Ictus Italia).

Il documento fotografa la situazione relativa all’ictus cerebrale e allo stato delle cure, individuando gli obiettivi e le azioni chiave che tutti i Paesi europei e i propri sistemi sanitari devono impegnarsi a perseguire entro il 2030.

Ad oggi si stima che circa 80 milioni di individui siano stati colpiti da ictus nel mondo e che circa 50 milioni vivano con disabilità permanente: la campagna lanciata a livello globale per la Giornata Mondiale dell’Ictus Cerebrale del 29 ottobre, data stabilita dalla WSO (Word Stroke Organisation),  quest’anno vuole focalizzare l’attenzione sulla determinazione e sulla resilienza che i sopravvissuti e i loro familiari e caregivers dimostrano nell’affrontare il percorso di cura e riabilitazione, nonostante tutto ciò che la malattia porti via loro.

Vogliamo fare nostro e condividere il messaggio di forza e speranza scelto quest’anno dalla WSO come tema della Giornata Mondiale dell’Ictus Cerebrale, che incita milioni persone colpite e le loro famiglie ad affrontare con determinazione questo evento improvviso, inatteso e traumatico e le sue conseguenze, con le quali devono convivere quotidianamenteafferma la Dott.ssa Nicoletta Reale, Presidente dell’Osservatorio Ictus Italia. Anche l’Osservatorio prosegue la sua attività per aumentare la consapevolezza circa le azioni necessarie a ridurre l’impatto della patologia e a sensibilizzare i decisori sulle strategie da adottare, impegnato in prima linea su vari versanti, tra i quali anche la diffusione dei messaggi contenuti nell’Action Plan europeo”.

Il rapporto “L’impatto dell’Ictus in Europa”, condotto dai ricercatori del King’s College di Londra, che hanno esaminato dati, documenti e informazioni provenienti da 35 nazioni europee, tra cui l’Italia, ben sottolinea l’urgenza di agire in sintonia e nella direzione individuata dall’Action Plan. Lo studio, infatti, rilevando differenze significative tra i diversi modelli di cura e disparità nelle possibilità di accesso alle terapie, stima che nel periodo compreso tra il 2015 e il 2035 aumenteranno i casi di ictus nell’Unione europea (del 34%), e che, entro il 2035, ci sarà anche una crescita del 45% dei casi di morte conseguenti ad ictus e del 25% di chi sopravvivrà con danni permanenti.

La buona notizia è che l’ictus cerebrale è prevenibile e curabile” spiega la Dott.ssa Valeria Caso, Past President ESO e membro del Consiglio Direttivo dell’Osservatorio Ictus Italia. “Grazie ai campi d’azione forniti dall’Action Plan, raccogliamo la sfida di tutti coloro che affrontano la vita dopo l’ictus: i costi delle ricadute gravano su tutta la società, ma in special modo sulle vite dei milioni di sopravvissuti e dei loro cari, che li supportano tutti i giorni. Obiettivo è proprio quello di ridurre l’impatto delle recidive e contemporaneamente, raggiungere gli standard qualitativi più elevati, fornendo ai Governi e alle Autorità competenti tutte le informazioni sullo ‘stato dell’arte’ e sulle priorità da perseguire, nell’ottica di superare le attuali disparità di accesso alle cure e ai trattamenti su ciascun territorio”.

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