Il vento e la nebbia sono due delle caratteristiche principali di Tangeri, la città marocchina che si affaccia sullo Stretto di Gibilterra, porta d’ingresso all’Africa, punto d’incontro tra Oriente e Occidente. Non poteva che chiamarsi “Nebbia a Tangeri”, il nuovo romanzo di Cristina López Barrio, edito da DeAPlaneta (336 pagine, 16,50 euro) e finalista del Premio Planeta 2017. È la storia di un doppio amore proibito che si snoda tra passato e presente, a cui Tangeri e la sua storia fanno da sfondo perfetto.
Il contrasto tra la Tangeri degli anni ’50 e quella di oggi permette di differenziare le due storie d’amore che nel libro si incastrano l’una dentro l’altra: in una la protagonista, Flora Gascón, è alla ricerca di Paul, l’uomo misterioso che con un incontro le ha stravolto la vita e che ha molto in comune con il personaggio del libro che gli ha rubato, Paul Dingle. Tangeri riflette la personalità di Flora, che da Madrid parte alla volta della città marocchina per inseguire un amore e sfuggire ad una vita che ormai non le appartiene più.
La passione dell’autrice per i temporali e le condizioni meteorologiche avverse emerge dal significato che dà al vento e alla nebbia nel suo romanzo. Il vento come “passione che arriva e ti trascina via”, come “cambiamento”, ha spiegato López Barrio ai microfoni di MeteoWeb, lo stesso cambiamento che insegue Flora in questo suo viaggio sia fisico che interiore. E poi la nebbia che introduce il mistero che avvolge la storia di Paul, che sparisce misteriosamente nella nebbia.
Seguendo Flora in questo viaggio scopriamo la città di Tangeri dagli anni ’50 ad oggi. La descrizione che López Barrio fa della città lascia trasparire tutto la sua passione per Tangeri, che ha conosciuto per la prima volta a 20 anni in occasione del suo primo viaggio in Africa, il primo fuori dal continente europeo senza genitori. Parla di un impatto molto intenso e potente, scaturito anche dal realizzare che a così pochi chilometri di distanza dalla Spagna si entri in un mondo completamente diverso. Affascinata dalla sua “luce, dalle sue case bianche, dal canto del muezzin, dalla vista dello Stretto di Gibilterra, dalla mescolanza che ci offre tra Oriente e Occidente, dalle persone” del luogo con cui ha parlato e che le hanno descritto la storia della città, López Barrio ci fa rivivere la Tangeri Internazionale tra cultura e vita quotidiana e il suo contrasto con la città dei giorni nostri.
E proprio come Tangeri, quasi alla ricerca della sua identità tra un passato glorioso e un presente all’interno di un Marocco indipendente, Flora è alla ricerca dell’amore e di se stessa attraverso un viaggio dal quale non tornerà più la stessa.