La Sicilia continua a regalare meraviglie nascoste per secoli: rinvenuto un rostro decorato della Prima Guerra Punica e dei fossili di 9mila anni fa

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Un rostro romano con una decorazione in rilievo, raffigurante una vittoria alata a tutto tondo, è stato rinvenuto e portato in superficie dai fondali a nord ovest dell’isola di Levanzo, tra i 75 e i 95 metri di profondità, durante la campagna di ricerche effettuata a settembre e ottobre dalla Soprintendenza del mare in collaborazione con i subacquei altofondalisti della Gue (Global Underwater Explorer) e il reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza. Si tratta di una scoperta di grande interesse scientifico che va ad arricchire le conoscenze sulla Battaglia delle Egadi. “La ricerca nei fondali delle Egadi – spiega l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Sebastiano Tusacontinua con grande successo, dimostrando ancora una volta la grande ricchezza dei fondali egadini“. “Malgrado ormai il corpus dei materiali rinvenuti sia estremamente ricco – aggiunge – come dimostra il numero di rostri ed elmi individuati e recuperati (19 rostri, 22 elmi del tipo montefortino e numerose anfore), l’originalità di quest’ultimo reperto è foriera di ulteriori sorprese che la ricerca futura sicuramente ci offrirà“.

Il rostro Egadi 18, chiaramente romano, rappresenta una scoperta eccezionale sul panorama della ricerca, dato che si tratta del primo nel suo genere, dato che presenta una decorazione in rilievo raffigurante una vittoria alata a tutto tondo. “E’ un risultato molto importante – spiega il soprintendente del mare Adriana Fresinasoprattutto sotto il profilo scientifico, poiché aggiunge altri reperti con caratteristiche assolutamente inedite rispetto a quelli già noti e recuperati e che certamente potranno fornire nuovi dati tipologici, tecnici, epigrafici e storici. Le indagini subacquee, sono state condotte quest’anno con nuove tecniche di ricerca in un esempio di giusto equilibrio fra ricerca strumentale e intervento diretto dell’uomo“. Le ultime scoperte si aggiungono alle tante effettuate nel passato in questo tratto di mare tra Levanzo e Marettimo, grazie alle quali è stato localizzato esattamente il sito in cui si svolse una delle più grandi battaglie navali dell’antichità per numero di partecipanti, circa 200mila: i Romani, al comando di Lutazio Catulo, si contrapposero ai Cartaginesi guidati da Annone. La battaglia in questione chiuse a favore dei primi la lunga e lacerante Prima Guerra Punica, sancendo ufficialmente la supremazia di Roma su Cartagine.

Il luogo della battaglia era stato già identificato negli anni scorsi, ma quest’anno le ricerche si sono concentrate su un’area ritenuta più importante; i reperti, tre rostri, erano stati individuati durante la campagna effettuata nella scorsa estate dalla nave oceaonografica della statunitense RPM Nautical Foundation. Le attività appena concluse si sono concentrate sul rilievo, la documentazione e il recupero proprio del rostro decorato, denominato “Egadi 18“.

Ma la Sicilia non finisce di stupire perché sempre in zona, a Marettimo, è stata fatta una scoperta che rivoluzionerà la storia della navigazione nel Mediterraneo. All’interno della Grotta del Tuono, vicino punta Troia, sono state rinvenute tracce di un cervo fossile e resti di cibo che lasciano dedurre come le prime rotte risalgano non al Neolitico, ma al Mesolitico. Dunque le «strade del mare» esistevano già nel 9.000 a.C. e non nel 7.000 a.C. come si credeva fino ad oggi. L’ipotesi avanzata dai ricercatori è che i mesolitici salpavano, con natanti rudimentali, e attraccavano nell’isola delle Egadi per cacciare, per poi tornare a casa dopo qualche giorno. Lo studio, effettuato in seguito alla scoperta di una guida alpina che ha ritrovato delle tibie di cervo poi datate grazie al metodo del “carbonio 14”, è stato presentato durante il convegno «Marèttimo – Isola Sacra fra Mare e Monti», promosso dall’Associazione Csrt «Marettimo». .

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