La popolazione nell’isola di Sulawesi, in Indonesia, colpita dal terremoto e dallo tsunami venerdì scorso, sta affrontando il 4° giorno senza cibo e acqua potabile: dilagano rabbia e disperazione, mentre il bilancio ufficiale delle vittime del disastro è salito a quota 1.234, secondo quanto reso noto dal portavoce dell’agenzia nazionale per le calamità Sutopo Purwo Nugroho. E si prevede che aumenterà ancora nei prossimi giorni.
Sono circa 50.000 gli sfollati a causa del duplice disastro e molti stanno cercando di fuggire dalla regione devastata.
Per le strade sono stati affissi cartelli che recitano “Abbiamo bisogno di cibo“, “Abbiamo bisogno di sostegno“.
I convogli di aiuti umanitari vengono scortati da soldati e polizia: agenti armati sorvegliano stazioni di servizio e negozi di alimentari. La BBC ha riferito di momenti di tensione a Palu: un gruppo di persone ha cercato di entrare in un negozio per prendere beni di prima necessità. La polizia ha sparato in aria e lanciato gas lacrimogeni: un’ora dopo gli agenti si sono ritirati lasciando entrare la folla, che ha subito assaltato il negozio.