Era il 30 novembre 1994 quando, al largo della Somalia, si consumava il tristemente noto naufragio del transatlantico italiano Achille Lauro. Un incendio scoppiato a bordo durante una crociera causò la morte di due persone e l’affondamento della nave. Solo dieci anni prima, sempre l’Achille Lauro, era stata teatro di un dirottamento da parte di un commando palestinese. Il dirottamento dell’ottobre 1985 fu un caso internazionale delicatissimo, diventato una delle pagine più controverse della storia italiana. La nave, varata nel 1946, aveva effettuato la tratta Europa-Australia fino al 1963. Poi era stata utilizzata per crociere nel Mediterraneo. Il naufragio scrisse la parola fine agli oltre 50 anni della sua storia, riportandolo nuovamente e tristemente alla ribalta della cronache.
Il sequestro del 1985 passò alla storia come crisi di Sigonella, ovvero la base aerea presso la quale scaturì, in Sicilia e fu un vero a proprio caso diplomatico tra Italia e Stati Uniti d’America. La vicenda rischiò di sfociare in uno scontro armato tra VAM (Vigilanza Aeronautica Militare) e Carabinieri da una parte, e i militari della Delta Force (reparto speciale delle forze armate statunitensi) dall’altra, a causa della rottura politica tra il presidente del Consiglio italiano Bettino Craxi e il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan in merito alla sorte dei sequestratori della nave da crociera Achille Lauro. La vicenda sfociò poi in una crisi del governo italiano che ebbe strascichi fino a diversi anni dopo.