Acqua alta eccezionale a Venezia, esperto: “Il 95% della città sott’acqua, si è rischiata la sovrapposizione di maree”

  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • Anteo Marinoni/LaPresse
  • AFP/LaPresse
  • AFP/LaPresse
  • AFP/LaPresse
  • AFP/LaPresse
  • AFP/LaPresse
  • AFP/LaPresse
  • AFP/LaPresse
  • AFP/LaPresse
  • AFP/LaPresse
  • AFP/LaPresse
/
MeteoWeb

È stata un’acqua alta eccezionale quella registrata a Venezia lo scorso 29 ottobre: il livello massimo, di 156 centimetri, è stato raggiunto intorno alle 15, dopodiché la marea ha iniziato lentamente a defluire, con il picco successivo registrato intorno all’una di notte, a 140 centimetri.
Spiega Luigi Cavaleri, ricercatore del Cnr-Ismar di Venezia: “La marea complessiva (marea usuale, quindi astronomica, più il contributo meteorologico) ha raggiunto 156 centimetri: in pratica, il 95% della città, o più, era sotto acqua.
Quello che non è immediato sapere, è quanto siamo stati fortunati: ancora una volta infatti (era successo anche il famoso 4 novembre del 1966, con l’inondazione di Venezia e Firenze), il picco di contributo meteorologico è fortunatamente avvenuto durante il minimo -praticamente 0- di marea astronomica.
Se il tutto fosse avvenuto qualche ora prima, o qualche ora dopo, le due maree si sarebbero sovrapposte, e il livello sia a Venezia sia in laguna sarebbe stato molto più alto, superando il record di 1.94 metri del 1966.
La situazione era molto difficile, ma è stata gestita con grande efficacia dal Centro Previsioni Maree del Comune, con cui come Cnr-Ismar abbiamo ampiamente interagito: un piccolo errore di tempo avrebbe portato a sostanziali differenze”.

Condividi