E’ stata pubblicata su Nature una ricerca condotta dal gruppo dell’Università Sudafricana di Città del Capo, coordinata da Robyn Pickering: l’analisi ha fornito nuovi dettagli sulla storia degli ominidi vissuti nella “Culla dell’umanità” in Sudafrica, grazie a una datazione che ha riordinato i dati raccolti fino a questo momento.
La “Culla dell’umanità” è un’area fossile di 474 km quadrati a circa 50 km da Johannesburg: si tratta di sito patrimonio UNESCO, ricco di grotte, dove è stato rinvenuto circa il 40% dei fossili di ominidi noti. La zona è stata studiata effettuando datazioni di 28 diversi strati di roccia grazie al decadimento radioattivo di elementi come l’uranio e il piombo: si è scoperto che i fossili umani risalgono a un periodo compreso tra 3,2 e 1,3 milioni di anni fa.
“Abbiamo analizzato 8 diverse cave, elaborando un modello per la datazione di tutti i fossili della regione“, ha spiegato Pickering. “Abbiamo potuto ricostruire un quadro d’insieme della storia evolutiva degli ominidi in Sudafrica“: “I risultati delle analisi stratigrafiche – conclude – mostrano per 6 volte, tra 3 e 1 milione di anni fa, un’alternanza tra periodi di intense precipitazioni e siccità. Adesso ci stiamo concentrando in particolare su questi ultimi, sui quali le nostre informazioni sono ancora piuttosto scarse“.