Il declino a lungo termine delle funzioni cognitive, con l’apprendimento quotidiano e le funzioni di memorizzazione che diventano sempre più difficili e richiedono più tempo per essere portate a termine, è una conseguenza comune per i pazienti che frequentemente hanno bassi livelli di zuccheri nel sangue (ipoglicemia) quando utilizzano l’insulina per gestire il loro diabete. Studi precedenti condotti sui topi hanno dimostrato che gli episodi ricorrenti di ipoglicemia portano all’accumulo di radicali liberi nel cervello, che danneggiano le cellule. Non è però ancora noto se questo accumulo di stress dei radicali liberi influenzi direttamente le funzioni cognitive e se i sistemi antiossidanti del corpo, che sono in grado di rimuovere i radicali liberi, possano essere sfruttati per neutralizzare questi cambiamenti e migliorare la qualità della vita.
In uno studio, condotto dalla Dott.ssa Alison McNeilly e dai colleghi dell’University of Dundee, i ricercatori hanno utilizzato l’insulina per indurre ripetuti round di ipoglicemia in un modello roditore con il diabete di tipo 1. Nell’esperimento, un gruppo di topi ha ricevuto anche una dose dell’antiossidante sulforafano (SFN) derivato da prodotti vegetali. I topi trattati con il sulforafano mostravano una maggiore espressione dei marcatori antiossidanti, una riduzione dei danni cellulari causati dai radicali liberi e un importante miglioramento dell’abilità cognitiva nelle funzioni di memorizzazione.
“L’ipoglicemia è una conseguenza quasi inevitabile della terapia insulinica. Questo lavoro dimostra che migliorando il sistema di difesa antiossidante del corpo possiamo invertire alcuni degli effetti collaterali associati al diabete, come la scarsa funzione cognitiva. La concentrazione di SFN utilizzata in questo studio non sarebbe realizzabile in una dieta ricca di verdure. Tuttavia, ci sono numerosi composti altamente potenti nei test clinici che possono prevenire i deficit cognitivi causati dai radicali liberi per aiutare i pazienti diabetici”, ha dichiarato McNeilly. Insieme ai colleghi ora intende scoprire se migliorare il sistema antiossidante del corpo può minimizzare il declino cognitivo associato all’ipoglicemia negli umani, utilizzando farmaci basati sulla struttura chimica del sulforafano.