Una ricerca pubblicata su “Jama Internal Medicine“, condotta da un team di studiosi britannici, ha rilevato che non sono stati osservati benefici quando i pazienti a basso rischio con ipertensione lieve hanno assunto farmaci antipertensivi.
I ricercatori sono giunti alla suddetta conclusione a seguito di analisi retrospettiva dei dati del Clinical Practice Research Datalink per determinare l’impatto su mortalità, malattie cardiovascolari e sviluppo di eventi avversi nel trattamento di pazienti con ipertensione lieve a basso rischio.
Sono stati identificati 19.143 pazienti a basso rischio con ipertensione lieve trattati con farmaci antipertensivi: questo gruppo è stato confrontato con 19.143 soggetti non trattati, ma con analoghe caratteristiche cliniche. I gruppi non presentavano differenze significative oltre ai valori della pressione diastolica, al rischio di malattie cardiovascolari e al consumo di alcol, ma queste differenze non erano clinicamente significative. Durante il periodo di follow-up, al 41,6% del gruppo non trattato è stata prescritta una terapia antipertensiva. Non c’è stata alcuna differenza tra i due bracci rispetto all’intervallo di tempo prima della morte, ma si è registrato un tasso di mortalità del 4,08% nel gruppo di controllo e del 4,49% nel braccio trattato, con una differenza di rischio dello 0,41%.
Inoltre, non si sono rilevate associazioni tra malattie cardiovascolari, ictus, infarto miocardico o insufficienza cardiaca e l’uso di farmaci antipertensivi, ma è emersa una relazione significativa tra il trattamento e il tempo legato a un evento avverso come ipotensione, sincope, anomalie elettrolitiche e danno renale acuto.
I ricercatori hanno concluso che il trattamento con farmaci antipertensivi di pazienti a basso rischio che presentano ipertensione lieve deve essere attuato con cautela, perché gli eventi avversi sarebbero più probabili di una riduzione del rischio di mortalità o di malattie cardiovascolari.