Fondazione Italiana Linfomi: a Rimini dall’11 al 13 novembre si fa il punto sulla ricerca e le terapie

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Fare il punto sulle ultime e più innovative terapie e sui passi avanti compiuti grazie alla ricerca. Illustrare i progetti futuri, sempre nell’ottica di coordinare e sostenere il lavoro degli oltre 150 centri di ricerca che in tutta Italia collaborano quotidianamente con la Fondazione. Proseguire il lavoro per migliorare diagnosi e terapie per i pazienti che devono affrontare la patologia del linfoma. Sono queste le coordinate entro le quali si muoverà l’Assemblea plenaria della Fondazione Italiana Linfomi, che quest’anno si svolgerà a Rimini, all’Hotel Savoia, domenica 11, lunedì 12 e martedì 13 novembre. Un fondamentale momento di incontro e confronto tra specialisti, di aggiornamento e condivisione del lavoro da portare avanti nell’immediato futuro. L’assemblea plenaria ha un’importanza capitale nel coordinare attività e azioni comuni tra i 152 centri Fil diffusi in tutto il territorio nazionale: ospedali, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, aziende sanitarie locali, centri universitari.
Negli ultimi anni, gli sforzi sostenuti per far progredire la ricerca hanno dato risultati importanti, innalzando le percentuali di coloro che guariscono dal linfoma fino all’80%, ma ovviamente si deve compiere un grande sforzo per incrementare ulteriormente questi freddi numeri, dietro i quali ci sono persone con le loro storie ed esperienze. Proprio in quest’ottica, di curare non soltanto la patologia ma la persona nel suo complesso, Fondazione Italiana Linfomi persegue attraverso la rete dei centri di ricerca l’obiettivo di portare le cure migliori più vicine ai pazienti e alle loro famiglie, eccellenze cliniche di prossimità nella consapevolezza che un elemento di grande importanza per superare la malattia è anche la vicinanza delle persone care, un grande aiuto per affrontare il percorso terapeutico con la giusta disposizione d’animo.
Nello specifico, nell’arco delle tre giornate di lavori a Rimini, saranno presi in esame molteplici temi scientifici, dalle più recenti terapie complementari, l’introduzione delle innovative terapie CAR-T, la chemioterapia e i nuovi approcci terapeutici, fino ai risultati della più recente sperimentazione clinica, attraverso gli interventi dei rappresentanti delle commissioni e dei gruppi di lavoro della Fondazione che ne presidiano le diverse aree di intervento: linfomi aggressivi, lungosopravviventi e comorbidià, linfomi T, radioterapia, linfomi cutanei, studi biologici, anatomo patologi, imaging, commissione anziani, gruppo di lavoro di biostatistica e raccolta dati.

IL LAVORO DELLE COMMISSIONI
Ogni Commissione ha un ruolo e un obiettivo importante per portare avanti azioni che rientrano nel progetto complessivo di FIL. Ad esempio la Commissione Lungosopravviventi, Comorbidità e Qualità della Vita, di cui è Responsabile il dottor Attilio Guarini (direttore U.O.C Ematologia IRCCS Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari): in Italia si calcola che circa 2 milioni e mezzo di persone siano vive oltre i 5 anni dalla diagnosi di neoplasia. I linfomi di Hodgkin e non-Hodgkin sono tra le 15 neoplasie a maggiore prevalenza in Italia e presentano elevati indici di cura, con sopravvivenze ad oltre 5 anni dalla diagnosi di circa il 60% per i linfomi non-Hodgkin e 80% per i linfomi di Hodgkin, con una proiezione di incremento di circa il 20% nei prossimi anni, grazie all’introduzione di terapie farmacologiche mirate e di metodiche diagnostiche molecolari e di imaging sempre più precise.
La Commissione Linfomi Aggressivi invece è guidata dalla dottoressa Monica Balzarotti (Ematologa presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, MI), ha l’obiettivo di integrare i lavori della commissione aggressivi con altre metodologie non di impronta clinico/terapeutica (commissione patologi, studi biologici, imaging). Questo gruppo di lavoro si occupa anche di alcuni linfomi rari per i quali mancano completamente linee guida nazionali e internazionali.
Responsabile della Commissione linfomi cutanei è il professor Emilio Berti (direttore della U.O.C. Dermatologia dell’Ospedale Maggiore Policlinico – Fondazione Cà Granda IRCCS di Milano): segue tematiche quali il microambiente tumorale e la progressione nella micosi fungoide, il più diffuso linfoma cutaneo a cellule T, per sviluppare strategie di contrasto e standardizzare protocolli di fototerapia nei linfomi di questo tipo.
La Commissione Imaging, responsabile il dottor Luigi Rigacci (Direttore dell’Ematologa dell’Ospedale S. Camillo di Roma) si caratterizza tra l’altro per la funzione di servizio di intermediario fra medici nucleari, radiologi ed ematologi permettendo lo scambio di informazioni sulle competenze.
La dottoressa Alessandra Tucci (Ematologa presso l’ASST Spedali Civili di Brescia) è la Responsabile della Commissione Linfomi dell’Anziano, che tra altre attività sta anche elaborando una proposta di studio per la valutazione della sarcopenia (perdita di massa e forza muscolare) e dello stato nutrizionale come parametri di valutazione nello stato generale dei pazienti senili.
La Commissione che si occupa dei linfomi T, Responsabile il professor Francesco Zaja, Direttore della SC Ematologia Asuits di Trieste, proporrà nel corso della plenaria una valutazione sull’andamento degli studi in corso, e in particolare c’è aspettativa elevata per i risultati dello studio sulla terapia Ptcl13, con le molecole di ultima generazione che inibiscono l’attività delle cellule tumorali e che coinvolgono i pazienti più giovani e i pazienti che non hanno risposto alle terapie standard.
Il Professor Umberto Ricardi, Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino, dirige la Commissione sul linfoma di Hodgkin, che nell’ambito dell’assemblea riminese presenterà lo studio FIL Rouge, unico attivo in ambito FIL sul linfoma di Hodgkin in prima linea, e vincitore del bando Aifa per la ricerca indipendente, anche alla luce delle novità emerse dal Meeting sul linfoma di Hodgkin di Colonia svoltosi dal 27 al 29 ottobre.
La Commissione Radioterapia sta portando avanti un progetto di ottimizzazione delle tecniche di trattamento e modulazione di intensità delle localizzazioni mediastiniche, ovvero trattamenti che riguardano molto spesso pazienti giovani e gravati dalla potenziale tossicità a lungo termine, con l’obiettivo di arrivare a un documento che definisca i vincoli di dose agli organi a rischio. È guidata dal dottor Gabriele Simontacchi, Radioterapia all’Ematologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze.
Il Professor Luca Arcani, Direttore dell’Ematologia del Policlinico S.Matteo di Pavia, è il Responsabile della Commissione linfomi indolenti, che in occasione della plenaria illustrerà lo studio di prima linea sui linfomi follicolari in cui si valuta l’utilità della PET e la risposta molecolare nell’ottimizzare le cure, inoltre lo studio internazionale coordinato da FIL sulla Macroglobulinemia di Waldeström,
La Dottoressa Ilaria Del Giudice dirige la Commissione Studi Biologici, che illustrerà lo studio sulla Malattia minima residua (MRD) nei quattro protocolli prospettici multicentrici Foll12, Mirò, Renoir e Flaz12 per il linfoma follicolare e Vrbac per il linfoma mantellare, e gli sviluppi attraverso nuovi studi biologici genetici e di microambiente.
Infine la Commissione Patologi, il cui Responsabile è il Professor Luigi Ruco, Ordinario di Anatomia Patologica all’Università La Sapienza di Roma, affronterà a Rimini il tema della diagnosi istologica di linfoma diffuso a grandi cellule B, aggiornata ai criteri Who 2017: un tema di grande rilievo visto che il linfoma diffuso a grandi cellule B costituisce da solo circa il 30% di tutti i linfomi nei Paesi occidentali.

Come è possibile comprendere anche dai temi affrontati dalle Commissioni, all’assemblea di Rimini non si parlerà soltanto di cure, terapie e medicinali, ma anche di aspetti legati alla qualità della vita in fase terapeutica e successiva alla guarigione, degli stili di vita atti alla prevenzione del linfoma, e delle attività di comunicazione portate avanti dalla Fondazione per aggiornare personale medico, pazienti e famiglie sugli ultimi passi avanti della ricerca.

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