Fondazione Italiana Linfomi: si conclude la Riunione Nazionale FIL, poste le basi per protocolli di ricerca e di cura condivisi

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Tre giorni nel corso dei quali più di 250 medici, ricercatori e componenti del Gruppo pazienti che collaborano con Fondazione Italiana Linfomi si sono confrontati sugli ultimi sviluppi della ricerca scientifica, le terapie maggiormente innovative, le indicazioni sullo stile di vita per la prevenzione e la ripresa di una vita attiva e “normale” dopo essere guariti dal linfoma.

La Riunione Nazionale FIL che si conclude oggi a Rimini è stato un evento la cui importanza va al di là del semplice (ma pur fondamentale) convegno scientifico. Vi hanno partecipato i rappresentanti di 75 dei 152 centri di ricerca che collaborano con la Fondazione da tutta Italia, tra ospedali, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, aziende sanitarie locali, centri universitari.
Sono intervenuti, da domenica ad oggi, martedì 13 novembre, 79 relatori, davanti a una platea estremamente qualificata composta da 187 iscritti, per 266 partecipanti complessivi.

Quali sono gli aspetti più interessanti emersi durante i lavori lo spiega il Presidente FIL, Michele Spina: “La Riunione Annuale è un momento fondamentale nella vita della Fondazione: è il momento in cui riusciamo a mettere insieme tutte le professionalità che si occupano della terapia dei linfomi e migliorare la cura dei pazienti. Quest’anno a Rimini ci siamo confrontati in particolare sugli ultimi protocolli di ricerca che permettono di migliorare le conoscenze in ambito clinico e in ambito scientifico, così da avere le basi comuni per il miglior approccio terapeutico, mantenendo l’alto livello culturale e tecnico della Fondazione, collocandola ai più alti standard in ambito internazionale. Inoltre quest’anno abbiamo inteso migliorare la nostra attività su alcune aree strategiche come la comunicazione verso il grande pubblico, così da tradurre il nostro lavoro in termini accessibili e comprensibili da tutta la popolazione, anche attraverso gli strumenti più diretti come i social e il nostro sito, che abbiamo aggiornato attraverso l’adozione del nuovo logo e la nuova immagine coordinata. Un altro momento fondamentale della Riunione sono state le premiazioni di studi condotti da giovani ricercatori, i quali trasmettono una grande fiducia per il futuro. Abbiamo consegnato il Premio Brusamolino, sostenuto da FIL insieme a Fondazione Malattie del Sangue Onlus (FMS), con il patrocinio della Rete Ematologica Lombarda (REL), alle dottoresse Chiara Pighi e Valeria Romina Spina, e abbiamo assegnato l’importante Bando Giovani Ricercatori, per il quale ringraziamo il sostegno di Fondazione Giulia Maramotti e Fondazione GRADE Onlus, al dottor Simone Ferrero”.

Aggiunge il Vicepresidente FIL, Francesco Merli: “La Riunione plenaria offre anche la possibilità di dare vita a protocolli condivisi, con l’obiettivo di ottenere risultati nella ricerca clinica e biologica, ma anche un obiettivo che potremmo definire “educazionale”, ossia la possibilità per i pazienti di essere trattati con protocolli analoghi su tutto il territorio nazionale. Tra i risultati più interessanti emersi in queste giornate di lavoro ci sono i riscontri e riconoscimenti internazionali per gli studi condotti dai centri che collaborano con FIL, con pubblicazioni su riviste scientifiche e contributi effettuati a congressi italiani, europei ed extraeuropei: avremo alcuni contributi di particolare importanza che saranno presentati anche al prossimo Congresso americano di ematologia. Si tratta di un grande riconoscimento in quanto significa che la ricerca italiana nell’ambito dei linfomi ha un valore identificato anche dai ricercatori degli altri Paesi”.

La giornata conclusiva della Riunione annuale, all’Hotel Savoia di Rimini, vede la presentazione dei propri report da parte della Commissione linfomi indolenti, diretta dal Professor Luca Arcaini (Direttore dell’Ematologia del Policlinico S.Matteo di Pavia) sullo studio di prima linea sui linfomi follicolari in cui si valuta l’utilità della PET e la risposta molecolare nell’ottimizzare le cure, e sullo studio internazionale coordinato da FIL sulla Macroglobulinemia di Waldeström; infine la Commissione linfoma di Hodgkin, di cui è responsabile il Professor Umberto Ricardi (Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino) sullo studio FIL Rouge, unico attivo in ambito FIL sul linfoma di Hodgkin in prima linea, e vincitore del bando Aifa per la ricerca indipendente, anche alla luce delle novità emerse dal Meeting sul linfoma di Hodgkin di Colonia svoltosi dal 27 al 29 ottobre scorso.

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