La “Strage degli alberi” nel nord Italia è il tragico risultato di fenomeni estremi a cui dobbiamo abituarci: a spiegarlo è Giorgio Vacchiano, ecologo dell’università Statale di Milano e inserito da Nature come uno degli 11 più promettenti ricercatori al mondo. Ad alimentare i venti, con raffiche di oltre 200km/h (217km/h al Passo Rolle, Trento) potrebbe essere stata anche la temperatura record delle acque del Mediterraneo. Secondo Vacchiano, tra gli ospiti di Isola della Sostenibilità 2018 (5-7 dicembre), è necessario educare i più piccoli ai rischi ambientali.
Il principale responsabile di quella che i media hanno definito la “Strage degli alberi” (14 milioni di alberi abbattuti) è stato principalmente il vento con raffiche violentissime di oltre 200km/h. “Violenza a cui nessun albero può reggere – ha spiegato il giovane ricercatore italiano – indipendentemente dal tipo di albero o di foresta, che sia completamente naturale o piantata dall’uomo”. Una delle sfide attuali dei ricercatori è quello di capire quali misure siano più efficaci per contenere i danni di fronte a questi eventi meteorologici estremi e indagarne le origini “ma ritengo che i cambiamenti climatici abbiano avuto un certo ruolo”, ha detto Vacchiano. “Il fatto che il Mediterraneo fosse molto caldo in seguito a una estate record – ha proseguito – potrebbe essere stato un fattore che ha aumentato l’intensità dell’evento. Ma per averne certezza servono ancora molti studi”.
Fenomeni estremi come questi, ma anche ondate di caldo, siccità o nubifragi, potrebbero essere sempre più frequenti, non resta quindi altra soluzione che imparare a prepararsi. “Dobbiamo adottare soluzioni per mettere in sicurezza i territori – ha commentato Vacchiano – e iniziare, partendo dalle scuole, a educare le nuove generazioni a saper leggere il territorio e il meteo perché alcune tragedie possono essere evitate con una maggiore cultura dell’ambiente”.