Tutti d’accordo su una cosa: il legname a terra, colpito dalla furia del vento, deve essere valorizzato nell’ambito della filiera trentina. E’ quanto emerso dalla nuova riunione, tenutasi ieri pomeriggio, della task force convocata dal Dipartimento Territorio, agricoltura, ambiente e foreste della Provincia, all’indomani del cataclisma che ha colpito circa 7000 ettari del patrimonio boschivo trentino, lasciando a terra 2 milioni di metri cubi di alberi. Un gruppo di lavoro che coinvolge i proprietari forestali, Consorzio dei Comuni, le Asuc, Magnifica Comunità di Fiemme e Regola Feudale di Predazzo, il sistema delle imprese e i liberi professionisti del settore forestale, con l’obiettivo di condividere le varie azioni da mettere in campo nel più breve tempo possibile nell’ambito di un approccio di sistema.
Presenti anche i rappresentanti della Sezione Legno di Confindustria, dell’Associazione dei proprietari forestali privati e della Camera di Commercio e Habitech.
Al centro della discussione alcune criticità, come quella di trovare imprese che possano cominciare a lavorare al più presto e quella di reperire i piazzali dove portare il materiale raccolto. Fra le notizie positive, è emerso invece il fatto che gli alberi abbattuti, quanto meno quelli che mantengono un radicamento al terreno, possano conservarsi per un certo tempo senza che ne venga intaccata la qualità del legno.
Vi è stata una condivisione di massima di quanto fatto fino ad oggi, con l’impegno e l’appello da parte di tutti, ad agire in maniera sinergica, affinché il legname colpito resti in Trentino, sviluppando anche dei progetti innovativi che possano farne crescere il valore aggiunto.