Al via la prima fase di esperimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale relativi ad organi su chip, piccoli dispositivi con cellule umane disposte in 3D e della dimensione di una chiavetta USB che consentiranno, ad esempio, di sviluppare nuovi farmaci e studiare i processi di invecchiamento in condizioni di microgravità.
Si tratta di un’iniziativa frutto di una collaborazione tra la NASA, il Centro Nazionale americano per l’Avanzamento delle Scienze Traslazionali, e il Centro per l’Avanzamento della Scienza nello Spazio.
I cambiamenti del corpo umano, associati all’invecchiamento sulla Terra, nello spazio avvengono molto rapidamente: di conseguenza i ricercatori, grazie agli organi su chip, possono analizzare in breve tempo processi che normalmente impiegano mesi o anni. Inoltre, i chip consentiranno di testare molto più velocemente nuovi farmaci o vaccini, per predire il loro effetto negli esseri umani.
La prima fase prevede 5 esperimenti, il primo dei quali è in programma per metà novembre.