Vesuvio, esperto: “Creato un sistema che consente agli edifici di sostenere il carico di prodotti vulcanici in caso di eruzione”

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Nell’ambito di un progetto europeo, il nostro gruppo di ricerca dell’Università Federico II di Napoli, ha analizzato il comportamento delle coperture degli edifici sia pubblici che privati in area vesuviana nei riguardi di una possibile eruzione del Vesuvio e di quelli che possono essere i suoi prodotti come cenere e lapilli che si vanno a depositare sulle superfici in particolar modo su quelle orizzontali (piane). Abbiamo analizzato una serie di coperture, fatte con diversi materiali come in cemento armato, in legno, in muratura ed abbiamo visto che nella maggior parte dei casi il peso e soprattutto la temperatura di questo materiale di deposito da caduta che può arrivare anche a 400 gradi, non può essere sopportata dalle coperture esistenti. Abbiamo realizzato un sistema di protezione fatto in acciaio, semplice ed economico che con sistemi di isolamento, condente alla copertura dell’edificio da un lato di sopportare il carico delle ceneri e dei lapilli e dall’altro a reagire bene anche all’incremento di temperatura. In questo modo si riusciranno a conciliare le esigenze di resilienza e di sostenibilità che tanto cerchiamo per i nostri edifici soprattutto in area vesuviana. Il sistema consentirebbe di portare avanti il tema della conservazione del costruito ma anche di far ripartire un indotto, attualmente fermo quale quello dell’edilizia”: lo ha affermato il prof. Antonio Formisano, ingegnere, ricercatore e docente di Tecnica delle Costruzioni dell’Università Federico II di Napoli, intervenendo oggi alla Conferenza Internazionale “Resilience and Sustainability of Cities in Hazardous Environments – Resilienza e sostenibilità delle città in ambienti pericolosi”, la Conferenza Internazionale su temi importanti come resilienza e sostenibilità, organizzata dalla Global Volcanic and Environmental Systems Simulation.

Domani, Mercoledì 28 Novembre, Flavio Dobran, ricercatore ed ingegnere termo – fluidodinamico, Presidente della Gves, e già professore della New York University illustrerà per la prima volta in assoluto alla stampa, all’opinione pubblica ed alle istituzioni il progetto “VESUVIUS-CAMPIFLEGREI PENTALOGUE” – le 5 azioni da realizzare per rendere resiliente e sostenibile il territorio napoletano. Dobran è uno dei principali studiosi internazionali dei comportamenti dei fluidi, liquidi, e gas nei vulcani.
Giovedì la stampa avrà la grande opportunità di compiere con il ricercatore americano, Flavio Dobran ed il vulcanologo napoletano, Claudio Scarpati, un viaggio proprio nel territorio napoletano tra criticità eventualmente da migliorare per rendere resiliente e sostenibile le aree. Si raggiungeranno i punti sommitali per avere una visione panoramica della caldera dei Campi Flegrei, si entrerà anche nella caldera di tufo giallo napoletano, si vedrà il Vulcano di Trentaremi e di Nisida. Poi gli scavi di Pompei dove il vulcanologo Claudio Scarpati mostrerà sul campo le eruzioni avvenute.

Giovedì per la stampa la grande opportunità di vedere con Flavio Dobran, sul campo, il messaggio che il ricercatore americano vuole trasmettere: dobbiamo lavorare per un territorio resiliente e sostenibile e farlo tutti insieme. Il Vesuvio è una cartolina incantevole, l’emblema di Napoli – ha dichiarato la prof.ssa Grazia Paolella, docente universitario, dirigente scolastica, esponente del mondo intellettuale da sempre impegnata nelle scuole su questi temi – e lo vediamo amico. Eppure il Vesuvio, dal suo profilo confortevole e tranquillizzante può risvegliarsi e mostrarsi per quello che è con il suo grosso potenziale minaccioso, aggressivo, travolgente. Se è vero che ha ispirato tanta parte della nostra letteratura anche antica, da quella latina in poi fino alla letteratura legata alla storia moderna e contemporanea, ed aggiungiamo anche la canzone napoletana, ma anche l’arte, è comunque lì e può risvegliarsi, è una minaccia incombente. E’ ora che si risvegli tutto il mondo culturale, accademico in particolare, scientifico ma anche civile, politico. Chi ha in mano la cosa pubblica deve svegliarsi. Dobbiamo pensare ad una concertazione, ad una multidisciplinarietà che deve portare ad una pianificazione, ad una revisione di tutta quella che è stata fino ad oggi la programmazione per il territorio in maniera tale che si possano attuare veramente delle condizioni di resilienza per guardare sempre all’obiettivo che è quello dello sviluppo sostenibile. Anche perché non si perda quella che è l’identità vera del territorio napoletano e flegreo. Ecco che abbiamo voluto coinvolgere fortemente le scuole proprio della zona rossa che Venerdì con i loro studenti ed insegnanti incontreranno Flavio Dobran e tutti i ricercatori italiani, brasiliani, spagnoli e da altre parti del mondo che stanno partecipando alla Conferenza di Napoli sulla sostenibilità e la resilienza. Le scuole arriveranno numerose, Venerdì mattina, alle ore 10, alla Sala dei Baroni di Napoli. Da una parte i ricercatori racconteranno ai ragazzi il Vesuvio ed i Campi Flegrei, dall’atra i ragazzi rivolgeranno domande ma illustreranno anche i progetti didattici ai quali hanno lavorato”.

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