L’attività dell’Etna può risultare in “dinamiche ulteriori con possibili aperture di nuove bocche di eruzione a quote più basse. Se ciò si verificasse avremmo una eruzione più voluminosa con avanzamenti del magma che potrebbero avvicinarsi ai centri abitati“: lo ha spiegato all’Adnkronos Mauro Rosi professore di vulcanologia all’Università di Pisa. “L’Etna è caratterizzato da uno spostamento verso il mare del lato orientale che è la causa della rottura della faglia e quindi del terremoto. Fintanto che sono in corso questi movimenti non siamo fuori dalla possibilità che si verifichino ulteriori scosse di terremoto. Si tratta di una eventualità che al momento non può essere esclusa“.