“ESPRESSO” darà la sveglia ai cacciatori di pianeti aiutandoli a concentrarsi su ciò che accade fuori dal Sistema solare: lo strumento, realizzato con il contributo dell’Istituto nazionale di astrofisica e installato un anno fa sul Very Large Telescope dell’Osservatorio europeo australe in Cile, è pronto a rivoluzionare la ricerca e la caratterizzazione dei “sosia” della Terra.
Sarà protagonista di una conferenza organizzata per questa sera all’Osservatorio astronomico di Brera dell’Inaf nell’ambito del ciclo di incontri “I cieli di Brera”.
ESPRESSO (acronimo di Echelle SPectrograph for Rocky Exoplanet and Stable Spectroscopic Observations, ovvero Spettrografo echelle per osservazioni di esopianeti rocciosi e spettroscopia ad alta precisione), è uno spettrografo di terza generazione e sarà il successore dello strumento HARPS dell’ESO installato all’Osservatorio di La Silla, sempre in Cile. Il salto in avanti rispetto al predecessore sarà enorme, migliorando la precisione delle misure di velocità radiale di parecchie decine di volte. Due tra i principali obiettivi scientifici di ESPRESSO sono la scoperta e la caratterizzazione di pianeti extrasolari simili alla Terra e la ricerca di possibili variazioni nelle costanti fisiche fondamentali. Quest’ultimo compito in particolare necessita di osservazioni di quasar molto lontani e deboli: la possibilità di “sommare” la luce di uno stesso oggetto celeste raccolta da ciascuno dei quattro telescopi di cui è composto VLT sarà una caratteristica fondamentale per ottenere risultati di altissima precisione.