Un tesoro prezioso in una serie di immagini che Hubble ha realizzato nell’ambito di Frontiers Field, un programma di osservazione centrato sulle galassie distanti. È quanto hanno trovato gli astronomi dell’Università del Nuovo Galles del Sud (Australia) e dell’Istituto di Astrofisica delle Canarie, impegnati a studiare la luce intracluster nelle foto scattate dal telescopio Nasa-Esa; questo tipo particolare di luce – spiega Global Science – si è rivelato un ottimo tracciante per andare a caccia di materia oscura. Lo sforzo congiunto delle due istituzioni di ricerca è stato illustrato nell’articolo “Intracluster light: a luminous tracer for dark matter in clusters of galaxies”, pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
Il gruppo di lavoro, analizzando i dati di sei massicci cluster galattici osservati per il Frontiers Field, ha dimostrato che il bagliore diffuso tra le galassie di un ammasso (definito appunto luce intracluster) può tracciare il percorso seguito dalla materia oscura in maniera più accurata ed efficace, rispetto ad altri metodi che si basano sui raggi X. Le osservazioni condotte da Hubble mostrano la luce in questione con una chiarezza senza precedenti, come si può vedere nella foto in alto che inquadra il cluster Abell S1063. La luce intracluster è un effetto secondario di quelle interazioni tra galassie che hanno come risultato l’alterazione delle loro struttura. In questa situazione caotica, le singole stelle sono libere dai vincoli gravitazionali all’interno delle loro galassie, ma si riallineano alla gravità dell’intero cluster, dove ‘risiede’ la maggior parte della materia oscura. La luce dei raggi X è in grado di mostrare dove i gruppi di galassie entrano in collisione, ma non la struttura dell’ammasso: un dato che la rende un tracciatore di materia oscura poco preciso.
Secondo gli autori dell’articolo, l’efficacia della luce intracluster deriva dal fatto che sia la materia oscura che le stelle all’origine di tale luce si muovono liberamente sul potenziale gravitazionale dell’ammasso e seguono esattamente la stessa forza di gravità. In questo modo, gli astronomi hanno potuto ricostruire la posizione dove si dovrebbe trovare il misterioso materiale. Questo studio costituisce, per il gruppo di lavoro, un punto di partenza verso scenari di ricerca più vasti, mirati ad indagare la luce intracluster sia in altri ammassi galattici che in singole galassie, specie per quanto riguarda gli aloni stellari. Anche per questo filone di studi gli astronomi attendono l’entrata in gioco del telescopio Webb, i cui strumenti all’avanguardia possono fare la differenza per osservare la luce intraclsuter nell’Universo distante.