Roche (SIX: RO, ROG; OTCQX: RHHBY) ha annunciato oggi i risultati di più lungo termine dello studio di Fase Ib/II GO29365. I dati evidenziano che la terapia con polatuzumab vedotin, farmaco anticorpo-coniugato (ADC) sperimentale anti-CD79b, in associazione a rituximab più bendamustina (BR) ha dimostrato una sopravvivenza complessiva (OS) mediana di oltre un anno e nettamente superiore rispetto a BR ovvero bendamustina più rituximab (12,4 mesi contro 4,7 mesi, Hazard Ratio (HR): 0,42; Intervallo di Confidenza (IC) al 95%: 0,24 0,75), in soggetti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) recidivato o refrattario (R/R) non candidabili al trapianto di cellule staminali ematopoietiche. La sopravvivenza complessiva (OS) era un endpoint esploratorio. Gli eventi avversi sono risultati in linea con quelli riscontrati in precedenti studi sui farmaci oggetto di questa sperimentazione senza che siano stati osservati nuovi aspetti relativi alla sicurezza. Questi dati sono stati presentati sabato 1 dicembre 2018 in occasione del 60° Congresso annuale della Società americana di ematologia (American Society of Hematology, ASH), dalle 18:15 alle 20:15 ora locale della Costa Ovest degli Stati Uniti (ore 03:15-05:15 di domenica 2 dicembre in Italia; abstract N.1683).
Il trattamento con polatuzumab vedotin in associazione a BR ha comportato una riduzione del 66% del rischio di progressione della malattia o di mortalità – misurato come sopravvivenza libera da progressione (PFS) valutata dallo sperimentatore; Hazard Ratio (HR)=0,34; Intervallo di Confidenza (IC) al 95% 0,2-0,570; p<0,0001 – con il 40% dei pazienti che hanno raggiunto risposta completa (CR) nel braccio con polatuzumab vedotin rispetto al 18% nel braccio con la sola BR (endpoint primario, come rilevato alla PET, ovvero la tomografia a emissione di positroni, con percentuali di risposta completa valutate da comitato indipendente dei revisori ; p=0,026). Inoltre, i pazienti trattati con polatuzumab vedotin in associazione a BR hanno ottenuto percentuali superiori di risposta completa con sopravvivenza libera da progressione della malattia (PFS) e sopravvivenza complessiva (OS) superiori rispetto alla sola terapia con BR in tutti i sottogruppi valutati. Erano compresi i pazienti con malattia classificata in base al profilo di espressione genica secondo i gruppi di cellule d’origine come germinal centre B-cell-like e activated B-cell-like, ovvero come espressioni che ricordano rispettivamente le cellule B del centro germinativo e le cellule B attivate, e che sono i sottotipi associati alle prognosi peggiori per il DLBCL.
“C’è un rilevante bisogno di opzioni terapeutiche nuove e più efficaci per quei pazienti (circa il 40%) con linfoma diffuso a grandi cellule B che non rispondono al trattamento iniziale o sono in recidiva, una situazione associata a prognosi poco favorevole e in ulteriore peggioramento dopo ogni ricaduta” – ha commentato Sandra Horning, MD, Chief Medical Officer e Responsabile Sviluppo di Prodotto Mondiale di Roche –“Siamo molto lieti che polatuzumab vedotin abbia dimostrato benefici clinici duraturi e il potenziale di migliorare le speranze di sopravvivenza in questa popolazione di pazienti. Stiamo lavorando assieme alle autorità sanitarie per rendere disponibile questo nuovo regime terapeutico per i pazienti di tutto il mondo”.
Lo studio di Fase Ib/II GO29365 è il primo e unico studio randomizzato a indicare un beneficio in termini di sopravvivenza per i pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B recidivo/refrattario non candidabili a trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Il dossier con i risultati ottenuti da polatuzumab vedotin in associazione a BR nello studio GO29365 in pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B recidivo/refrattario verrà inoltrato alle autorità regolatorie dei vari paesi del mondo con la richiesta di approvazione.
Polatuzumab vedotin è un farmaco anticorpo-coniugato (ADC) sperimentale anti-CD79b, il primo nel suo genere, studiato come trattamento per diversi tipi di linfoma non-Hodgkin. E’ l’unico ADC mirato per CD79b, una proteina altamente specifica espressa nella maggioranza delle neoplasie linfocitarie B. Polatuzumab vedotin in associazione a BR è stato riconosciuto come Terapia Fortemente Innovativa (Breakthrough Therapy Designation) e farmaco orfano dall’FDA statunitense e come Farmaco Prioritario (PRIority MEdicines designation) e farmaco orfano dall’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) per il trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B recidivo/refrattario non candidabili a trapianto di cellule staminali ematopoietiche.
Lo Studio GO29365
GO29365 è uno studio internazionale di Fase Ib/II di valutazione della sicurezza, della tollerabilità e dell’attività di polatuzumab vedotin in associazione a rituximab rituximab o obinutuzumab più bendamustina nel linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) recidivato o refrattario (R/R) o nel linfoma follicolare. Nella fase II di studio sono stati arruolati 80 pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B pretrattato e recidivato o refrattario che sono stati randomizzati per ricevere bendamustina più rituximab (braccio solo BR) o bendamustina più rituximab in associazione a polatuzumab vedotin (braccio con polatuzumab vedotin). I pazienti arruolati avevano ricevuto in media due precedenti trattamenti (1-7 precedenti terapie nel braccio con polatuzumab vedotin e 1-5 precedenti terapie nel braccio solo BR). L’endpoint primario era la risposta completa (CR) a fine trattamento valutata alla tomografia a emissione di positroni (PET) e valutata da comitato indipendente (IRC). Gli altri endpoint rilevanti hanno compreso la risposta obiettiva (OR; risposta completa o CR e risposta parziale o PR) valutata dallo sperimentatore e dal comitato IRC, la migliore risposta obiettiva a fine trattamento valutata dallo sperimentatore, la durata della risposta (DOR), la sopravvivenza libera da progressione della malattia (PFS), la sopravvivenza libera da eventi (EFS) e la sopravvivenza complessiva (OS).
Polatuzumab vedotin
Polatuzumab vedotin è un farmaco anticorpo-coniugato (ADC) sperimentale anti-CD79b, il primo nel suo genere, studiato come trattamento per diversi sottotipi di linfoma non-Hodgkin (NHL). CD79b è una proteina altamente specifica espressa nella maggioranza dei tipi di linfoma non-Hodgkin di derivazione B-linfocitaria, e questo la rende un target promettente per lo sviluppo di nuove terapie.1,2 Polatuzumab vedotin legandosi a CD79b penetra nelle cellule e indirizza la chemioterapia (collegata all’anticorpo monoclonale) verso queste cellule B. Si ritiene che questo processo massimizzi l’eliminazione delle cellule tumorali minimizzando, nel contempo, gli effetti sulle cellule normali.3,4 Polatuzumab vedotin è sviluppato da Roche su tecnologia ADC di Seattle Genetics.
Il Linfoma Diffuso a Grandi Cellule B
Il linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) è il sottotipo più comune di linfoma non-Hodgkin (NHL), costituisce infatti un caso su tre di NHL.5 Il DLBCL è un NHL aggressivo (con crescita rapida ) che di norma risponde al trattamento di prima linea.6 Tuttavia in ben il 40% dei pazienti la malattia recidiva e quando questo accade le opzioni terapeutiche di salvataggio sono limitate e la sopravvivenza è breve.1,4 Le stime indicano che ogni anno sono circa 150.000 le persone nel mondo a cui viene diagnosticato DLBCL.7
Riferimenti bibliografici
[1] Dornan D, et al. Therapeutic potential of an anti-CD79b antibody-drug conjugate, anti-CD79b-vc-MMAE, for the treatment of non-Hodgkin lymphoma. Blood 2009; 114:2721–2729.
[2] Pfeifer M, et al. Anti-CD22 and anti-CD79B antibody drug conjugates are active in different molecular diffuse large B-cell lymphoma subtypes. Leukemia 2015; 29:1578-1586
[3] Ducry L, Stump B. Antibody-drug conjugates: linking cytotoxic payloads to monoclonal antibodies. Bioconjug Chem. 2010; 21:5-13.
[4] ADC Review. What are antibody-drug conjugates? [Internet; cited 2016 Jan]. Disponibile all’indirizzo: https://adcreview.com/adc-university/adcs-101/antibody-drug-conjugates-adcs/.
[5] Lyon, France. World Health Organization Classification of Tumors of Haematopoietic and Lymphoid Tissues. IARC Press; 2008.
[6] Maurer, JM et al. Event-free survival at 24 months is a robust end point for disease-related outcome in diffuse large B-cell lymphoma treated with immunochemotherapy. J Clin Oncol 2014; 32:1066-73.
[7] Dati derivati da GLOBOCAN 2018: Estimated cancer incidence, mortality and prevalence worldwide in 2018. [Internet; citato maggio 2018]. Disponibile all’indirizzo: http://globocan.iarc.fr.