Va oltre il senso estetico (30%), migliora la qualità della vita (22%) e aumenta la gratificazione personale (24%). Sono sempre più gli italiani che, per prendersi cura di sé, si affidano alla tecnologia (32%), vero e proprio alleato in grado anche di rappresentare un possibile compromesso correttivo di vizi e abitudini scorrette (25%). Nel rapporto quotidiano, dunque, la funzionalità sopravanza l’aspetto ludico (18%) e i principali benefici ricercati sono risposte a esigenze pratiche (24%) nonché la crescita della conoscenza (18%). Forte è la convinzione che stare bene non ha prezzo (24%) e, per perseguire il benessere, scalano la classifica delle preferenze ogni tipo di strumento tecnologico, dalle svariate app che si scaricano sullo smartphone per monitorare lo stato di salute (78%) alle alternative high tech al fumo – sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato – (36%).
E’ quanto emerge da uno studio condotto da Found!, per Philip Morris Italia, con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su 3.200 italiani – uomini e donne tra i 22 e i 55 anni – attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community web per capire quanto è importante la tecnologia nella cura di sé e quali accorgimenti adottano a riguardo.
Per gli italiani prendersi cura di sé va oltre il valore estetico e, non vedersi o sentirsi bene, può condizionare anche umore e autostima
Quanto conta prenderti cura di te? Complessivamente è importante per la stragrande maggioranza delle persone monitorate (49%), che si dividono tra chi pensa che la cura di sé è qualcosa che va al di là del vedersi belli (30%) e chi si rende tuttavia conto che non sempre dedica le attenzione necessarie (19%). Un quarto degli italiani (24%), invece, cerca di farlo nel modo giusto evitando qualunque eccesso, mentre il 17% presta attenzione solo al cibo. Infine solo il 7% dichiara di prendersi cura di sé affidandosi al buon senso.
Quali sono le principali sensazioni che avverti quanto non ti senti/vedi bene? Per il 52% degli italiani a risentirne è soprattutto l’umore, mentre il 47% accusa un certo calo dell’autostima. Chiaramente ci sono anche coloro che cercano di minimizzare e non farne un dramma (44%), mentre il 36% dei monitorati ritiene che alla fine sarebbe solo questione di buona volontà. E se il 28% sente spesso aumentare, nel peggiore dei casi, i sensi di colpa, non mancano quanti vivono con maggior preoccupazione il giudizio degli altri (22%).
La tecnologia è in cima alle soluzioni più usate nella cura del sé: deve rispondere a esigenze pratiche e anche aiutare a correggere vizi o abitudini sbagliate
Ma quali sono gli accorgimenti più adottati per la cura di sé? Ben un italiano su 3 (32%) segnala come prima soluzione la tecnologia, a cui guarda con interesse per l’aiuto che può dare in questo senso. Il 21% ritiene che basti concentrarsi principalmente sull’alimentazione, mentre il 19% ammette che cerca di fare più attività fisica. Il 14% poi ne fa una questione di tempo, dichiarando di voler imporre a se stesso di dedicarne nella giusta misura, infine il 12% si rivolge a persone competenti in base alle diverse necessità.
La tecnologia quindi è la prima scelta a cui si affidano gli italiani per la cura di sé, ma che rapporto hanno con essa? Ad avere un pessimo rapporto con la tecnologia è appena il 15% degli italiani, che si dividono tra chi la giudica ormai troppo invadente (10%) e che a volte si rende conto dell’inutilità di certi strumenti (5%). Tra gli entusiasti, il 22% ammette che è la risposta a qualsiasi tipo di esigenza mentre il 18% è molto più interessato alla funzionalità rispetto all’intrattenimento. E se il 16% ritiene di non poterne più a fare a meno, il 14% dichiara di subire il fascino di tutto ciò che è innovazione.
Quali sono i principali benefici ricercati nella tecnologia? Prevale l’approccio pragmatico, ovvero la necessità che assolva a esigenze pratiche (24%) o che favorisca la crescita della conoscenza (18%). Il 23% la giudica un ottimo strumento di svago e distrazione mentre il 21% pone l’accento sul fatto che deve essere utile senza però invadere la sfera privata. Il 14%, infine, afferma che deve essere personalizzabile per rispondere meglio ai diversi interessi.
Venendo alla cura del sé, quanto e in che modo la tecnologia può essere d’aiuto? Sono solo due italiani su 10 (21%) a non avere un’opinione positiva a riguardo, sia perché ritengono che se non c’è la volontà personale non serve a niente (13%) sia per una cronica diffidenza verso ciò che è sconosciuto (9%). Per la stragrande maggioranza (47%), invece, è fondamentale: da un lato ci sono coloro che la ritengono quasi uno strumento correttivo di vizi e cattive abitudini (25%) e, dall’altro, c’è che in linea generale apprezza quanto il progresso abbia migliorato – e possa ancora farlo – la qualità della vita (22%). Il 29%, infine, apprezza il supporto che può dare se non altro nel mantenere la costanza nell’impegno.
Smartphone, device indossabili e alternative high-tech al fumo sono le tecnologie più gettonate. I benefici? Vita qualitativamente migliore, auto-gratificazione e approccio più positivo alla vita
Ma quali strumenti tecnologici usano gli italiani per prendersi cura di loro stessi? Il primato indiscusso spetta allo smartphone, che il 78% delle persone utilizza per le app più svariate – conta passi, calorie bruciate, livello di idratazione, qualità del sonno, ecc… – mentre un italiano su 2 (49%) sceglie device indossabili per monitorare i principali parametri vitali (battito cardiaco, frequenza respiratoria, temperatura corporea, pressione arteriosa). Il 36%, a proposito di compromessi con vizi e cattive abitudini, dichiara di orientarsi sempre più verso le nuove alternative tecnologiche al fumo tradizionale. Non mancano poi coloro che vanno alla scoperta di tutti quei device che permettono di stimolare la circolazione (28%), rilasciano massaggi in zone particolarmente sensibili come collo, schiena e piedi (22%), contrastano l’invecchiamento della pelle grazie a tecniche di radiofrequenza, elettro-stimolazione, foto-stimolazione, ecc. (18%).
A livello quantitativo, che uso se ne fa? Il 29% dichiara che “onestamente ho perso il conto di quanti strumenti uso” mentre il 24% giustifica il massiccio ricorso alla tecnologia per la cura di sé con il fatto che “stare bene non ha prezzo”. Il 18% segue poi l’evoluzione della tecnologia per ottenere sempre soluzioni più efficaci, mentre chi ne usa in numero esiguo dichiara di concentrarsi esclusivamente su quello di cui ha davvero bisogno (14%) o su poche app scaricate per curiosità (11%).
Si avvertono effettivamente dei benefici? Il sentiment diffuso appare molto positivo: un quarto degli italiani prova una certa gratificazione personale (24%), il 21% riscontra una qualità della vita migliore e il 22% ammette di provare anche un certo piacere per gli apprezzamenti che riceve. Il 16% dichiara poi di essere rimasto anche piacevolmente stupito, evidentemente fugando un pizzico di diffidenza iniziale, mentre il 14%, infine, nota di aver acquisito anche un approccio alla vita più positivo.