“Il monitoraggio compiuto da Arif ha, purtroppo, dato il risultato di ulteriori 75 focolai in provincia Brindisi, e in particolare nei comuni di Fasano, Ostuni, Carovigno e Ceglie Messapica, a conferma quello che andiamo dicendo da anni, ovvero che la Xylella non avrebbe atteso i tempi della giustizia, della politica e della burocrazia“: lo ha reso noto il vicepresidente della Confederazione italiana agricoltori (Cia) Puglia, Giannicola D’Amico secondo il quale i ritardi sarebbero stati determinati “anche da teorie fantascientifiche e senza alcun fondamento che non hanno fatto altro che creare disinformazione e confusione“. “Ribadiamo per l’ennesima volta che il nostro riferimento era ed e’ la scienza e non la fantascienza, il ritrovamento, poi, di alcuni focolai nella Piana degli Ulivi secolari rende la situazione ancora piu’ allarmante. Gli ulivi secolari e millenari di Puglia, infatti, rappresentano una componente essenziale del paesaggio, vanno salvaguardati perche’ svolgono un’importante attrattiva turistica. La Piana degli Ulivi Millenari di Puglia, inoltre recentemente e’ stata iscritta nel registro dei Paesaggi rurali storici del Ministero delle Politiche Agricole come Paesaggio Agrario della Piana degli Oliveti Monumentali di Puglia“.
Secondo D’Amico “servono poteri straordinari e fondi straordinari. In tal senso risulta importante lo stanziamento di fondi nazionali, annunciato nei giorni scorsi dal Ministro Centinaio, che vengano pero’ destinati agli agricoltori, a risarcire chi negli anni ha perso il proprio lavoro e la propria fonte di reddito, ma anche per progetti sperimentali“. “L’obiettivo principale di tutti gli enti, le istituzioni e gli attori pubblici e privati interessati dalla problematica Xylella fastidiosa deve essere quello di fermare l’avanzata del batterio verso il nord della Puglia e verso le altre regioni italiane, e nel contempo di preservare la Piana degli Ulivi millenari, oltre che di riconoscere agli agricoltori danneggiati il giusto e rapido ristoro e a quelli (tantissimi) che rispettano le norme eseguendo le buone pratiche agricole diviene fondamentale, poi, immaginare un nuovo modello di sviluppo del territorio che tenga conto della presenza ormai endemica del batterio Xylella fastidiosa, con il quale dobbiamo convivere nella speranza di contenerlo“.