Animali, l’etologo: cinghiali ormai impavidi, studiare reti autostrade

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E’ strano” che un branco di cinghiali sia riuscito ad attraversare la carreggiata “di un’autostrada, strutturalmente dotata di reti di protezione che, se sottoposte a manutenzione, dovrebbero essere efficaci nell’evitare questi eventi. Credo che questo ed altri incidenti debbano servire ad avviare istruttorie precise su come sono fissate queste reti al terreno e anche su cosa succede al ‘rapporto’ di questi animali con i manufatti dell’uomo“. A spiegarlo all’Adnkronos Salute è Enrico Alleva, accademico dei Lincei e presidente della Federazione italiana Scienze della natura e dell’ambiente, dopo lo scontro sull’A1 tra Lodi e Casalpusterlengo provocato dal passaggio di un branco di cinghiali, che ha causato un morto e 10 feriti.
Secondo l’etologo “ci sono due elementi da tenere in considerazione: il primo è l’aumento, in questi anni, di varie specie di mammiferi di grosse dimensioni, il cui numero fluttua naturalmente di anno in anno e che dipende dalle condizioni meteo: in alcune annate queste portano a una grande disponibilità di cibo e a una riduzione della mortalità infantile. Per questo in alcuni anni i cinghiali sono molti, in altri meno. Il secondo fenomeno su cui riflettere è che molte di queste specie si auto-addomesticano e diventano sempre meno timorose di avvicinarsi alla specie umana e ai suoi manufatti”.
Gli animali “hanno meno paura, si avventurano, esplorano e provano ad attraversare le strade nelle zone che stanno battendo, ormai anche le autostrade. In quest’ultimo caso, bisognerebbe approfondire il modo in cui le reti di protezione sono costruite e conficcate nel terreno, perché i cinghiali sono sempre di più e circolano in gruppi più consistenti, oltre a insistere maggiormente” quando vogliono oltrepassare un limite fisico come quello imposto dalla rete, proprio grazie alla loro crescente impavidità. “Questo incidente, purtroppo mortale – conclude Alleva – sarà molto importante per capire cosa succede nel rapporto fra cinghiali e questo tipo di recinzioni“.