E’ la mattina del 13 febbraio di due anni fa, quando un meteorite di 10 tonnellate si disintegra nell’atmosfera, dando vita ad una vera e propria pioggia di frammenti incandescenti che si scagliano su Chelyabinsk e altre cinque città degli Urali. “Era un bolide luminoso, un oggetto di molte tonnellate. E’ andato in pezzi mentre cadeva“, ha spiegato Sergei Smirnov, astronomo dell’osservatorio russo e responsabile dei rapporti con la stampa. La pioggia, come si può facilmente immaginare, ha provocato il panico fra gli abitanti, molti dei quali hanno pensato che potesse trattarsi di un aereo esploso in volo. “Stavo guidando la macchina, quando ho visto una luce brillantissima, a cui ha fatto seguito una forte esplosione”, ha raccontato appena dopo uno dei residenti, alla tv russa.
All’inizio nessuna fonte ufficiale aveva fornito una spiegazione sulla causa dell’esplosione, che ha mandato in frantumi i vetri di migliaia di abitazioni causando oltre 1200 feriti. I residenti delle città colpite hanno vissuto l’insolita e pericolosa pioggia, come una sorta di preludio delle fine del mondo. Tanta la paura e tanto anche il clamore che successivamente si creò intorno all’accaduto: vennero messi in vendita online dei frammenti di meteorite, alcuni dei quali risultati falsi, e prese vita un vero e proprio flusso turistico, alimentato da appassionati o semplici curiosi, che vollero visitare i luoghi in cui era avvenuta l’impressionante pioggia di meteoriti.