Ambiente, SNPA: in Italia persi 2 m² di suolo al secondo

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Alla presenza del Presidente della Repubblica e delle più alte cariche dello Stato, il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente presenta il lavoro che svolge quotidianamente per la tutela dell’ambiente e dei cittadini. Un Sistema composto da 21 Agenzie regionali per l’ambiente e delle Province autonome (ARPA/APPA), coordinato a livello nazionale dall’Istituto superiore per la protezione dell’ambiente (ISPRA), che grazie ad un lavoro “a rete”, intende garantire un livello di tutela ambientale omogeneo da Nord a Sud dell’Italia.

Diecimila esperti ambientali a servizio del Paese dislocati in 200 sedi operative su tutto il territorio italiano. Sono i numeri del Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente – SNPA, istituito con la Legge 132/2016 ed operativo dal 1 gennaio 2017. A due anni dall’avvio, il Sistema organizza una Conferenza nazionale per fare il punto sulle principali sfide ambientali del Paese, alla presenza delle massime autorità dello Stato.

Dopo l’istituzione del Sistema è questa una delle sfide fondamentali che attende SNPA: individuare i Livelli Essenziali delle Prestazioni Tecniche Ambientali (LEPTA), per poter garantire una protezione omogenea del territorio e dei cittadini, sul modello di quanto fatto in campo sanitario. Obiettivo è stabilire qual è il livello ottimale di controlli della qualità dell’aria nelle città italiane, quante analisi condurre sulle delle acque di fiumi, laghi e mare, quante ispezioni effettuare per incoraggiare elevati standard di tutela nelle strutture produttive del Paese, quali tipologie di dati raccogliere per essere aggiornati sulla situazione dei rifiuti o del consumo del suolo.

Monitoraggio, controllo, ricerca, analisi e produzione dei di dati ambientali sono le principali attività del Sistema SNPA. Lo scorso anno sono state condotte 600 mila analisi di laboratorio, 100 mila tra ispezioni, verifiche e controlli sul campo, fornite 74 mila valutazioni su questioni ambientali. Per fornire una descrizione puntuale ed esaustiva della situazione ambientale del paese, SNPA ha elaborato oltre 300 indicatori statistici oltre 150.000 dati aggiornati in linea con gli obiettivi dell’azione europea in campo ambientale.

La Prima Conferenza Nazionale SNPA è occasione per presentare al Paese questa complessa macchina nazionale e approfondire le linee di lavoro del Sistema per i prossimi anni.

Nel corso della mattinata sarà presentata la seconda edizione del Rapporto Ambiente – SNPA,  il Rapporto di Sistema sullo stato dell’ambiente, prodotto finale di un complesso lavoro di reporting, che offre un quadro aggiornato della situazione ambientale nel Paese, anche attraverso la presentazione delle attività svolte nel sistema, attività basata su informazioni oggettive, af?dabili e confrontabili, e consente al Paese di raggiungere gli obiettivi prefissati e di vincere le ulteriori, nuove e importanti s?de che si presenteranno. In particolare, il Rapporto offre un quadro di partenza sul “dove siamo”, utile a identificare le sfide inderogabili e le conseguenti priorità politiche.

In tale contesto il Rapporto Ambiente – SNPA è un efficace mezzo di conoscenza delle condizioni ambientali in Italia rivolto non solo ai decisori politici e istituzionali, ma anche agli scienziati ai tecnici e ai cittadini, uno strumento dal quale attingere sia informazioni, sia suggerimenti, per formulare una corretta analisi delle cause dei fenomeni descritti, legati soprattutto ai nostri modelli di sviluppo e stili di vita.

Produzione di rifiuti in calo

Nel 2017, rileva il rapporto SNPA, la produzione nazionale di rifiuti urbani si attesta a 29,6 milioni di tonnellate con una riduzione dell’1,8% rispetto al 2016 (-534mila tonnellate). Dopo l’aumento riscontrato tra 2015 e 2016, si rileva dunque una contrazione della produzione. Tra il 2006 e il 2010 la produzione si è mantenuta costantemente al di sopra dei 32 milioni di tonnellate, attestandosi successivamente su valori quasi sempre inferiori a 30 milioni di tonnellate.

Nel 2017 differenziata al 55,5%

Nel 2017 la percentuale di raccolta differenziata è pari al 55,5%. In valore assoluto, la raccolta differenziata si attesta a circa 16,4 milioni di tonnellate, aumentando di poco più di 600mila tonnellate rispetto al 2016. Un contributo rilevante all’aumento della percentuale, rileva il rapporto SNPA, è ascrivibile alla riduzione della produzione del rifiuto urbano indifferenziato, -1,1 milioni di tonnellate tra il 2016 e il 2017. Il dato di raccolta differenziata ricomprende, dove disponibili, i quantitativi di rifiuti organici destinati a compostaggio domestico pari, nel 2017, a poco meno di 270mila tonnellate.

Buono stato per il 75% dei fiumi italiani, peggio i laghi

A livello nazionale, il 75% dei fiumi è in uno stato buono, il 7% non buono e il 18% non è tanto classificato. Per i laghi, l’obiettivo di qualità è raggiunto nel 48% dei corpi idrici, non buono il 10% mentre ben il 42% non è stato classificato.
Secondo il rapporto, più del 50% dei corpi idrici marino costieri (54,5%) è in ‘buono stato ecologico’ e i Distretti delle Alpi orientali, dell’Appennino Centrale e della Sardegna presentano un numero di corpi idrici in ‘stato buono’ maggiore o uguale all’80%. Tuttavia, paragonando i singoli distretti si osserva una certa disomogeneità che si esprime sia a livello di numero di corpi idrici identificati per distretto sia per classificazione ecologica.

In Italia persi 2 metri quadrati di suolo al secondo

Il consumo di suolo in Italia continua a crescere pur segnando un rallentamento negli ultimi anni: tra il 2016 e il 2017 le nuove coperture artificiali hanno riguardato circa 5.200 ettari di territorio, una media di poco più di 14 ettari al giorno. Due metri quadrati di suolo persi irreversibilmente ogni secondo.
Dopo aver toccato anche gli 8 mq al secondo negli anni 2000 e il rallentamento iniziato nel periodo 2008-2013 (tra i 6 e i 7 mq al secondo), il consumo di suolo si è consolidato negli ultimi tre anni con una velocità ridotta. Il sensibile rallentamento è probabilmente dovuto all’attuale congiuntura economica più che a una reale sensibilità ambientale.

In Italia 620.808 frane su 23.700 km quadrati

In Italia sono state censite 620.808 frane che interessano un’area di circa 23.700 kmq, pari al 7,9% del territorio nazionale. Le tipologie di movimento più frequenti sono gli scivolamenti rotazionali/traslativi (31,9%), i colamenti rapidi (14,9%), i colamenti lenti (12,7%), i movimenti di tipo complesso (9,5%) e le aree soggette a crolli /ribaltamenti diffusi (8,9%).

Smog: limiti non rispettati

L’andamento delle concentrazioni di particolato PM10 nel medio periodo (2008-2017) è generalmente decrescente. Tuttavia nel 2017 i limiti previsti dalla normativa non sono rispettati in gran parte del territorio nazionale e l’obiettivo di raggiungere i livelli raccomandati dall’Oms appare lontano.
Secondo il rapporto, i superamenti del valore limite giornaliero sono stati numerosi e diffusi solo nelle regioni del bacino padano (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) e in Campania. I superamenti interessano anche, con frequenza e diffusione minori, Friuli (Pianura, Pordenone e Provincia), la Toscana (provincia di Lucca e Pistoia), il Lazio (Valle del Sacco) e l’Umbria (Conca Ternana); in questi casi i superamenti sono per lo più limitati a specifiche aree dove esistono localmente fonti emissive significative e/o condizioni meteorologiche che favoriscono l’accumulo degli inquinanti.

Per il bio italiano crescita senza uguali in UE

Dal 1990 a oggi l’agricoltura biologica italiana è cresciuta a un ritmo senza uguali rispetto agli altri Paesi UE, sia in termini di superfici che per numero di operatori.
Nel 2017 le superfici investite e in conversione bio sono state pari a circa 1,9 milioni di ettari con un incremento del 6,3% rispetto al 2016 e del 71% rispetto al 2010. Gli operatori del settore sono quasi 76.000 con un aumento del 5,2% rispetto al 2016.

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