Sono passati 50 anni dalle ultime missioni con equipaggio sulla luna, ma l’interesse per il nostro satellite ora è stato rilanciato da tutte le agenzie spaziali. Si sa che la NASA sta preparando la sua missione per il 2020, che la Cina ha recentemente raggiunto il lato nascosto della luna con Chang-e 4 e che Israele sta per lanciare una navicella spaziale, Bereshit, che si poserà sulla superficie lunare. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) non poteva di certo perdersi la festa ed è per questo che ha iniziato a preparare la prossima generazione di astronauti ad andare sulla luna. Perché per sviluppare il modo più efficiente e sicuro per tornare sulla luna, tutto inizia sulla Terra.
Gli astronauti europei e gli esperti di passeggiate spaziali si stanno preparando al futuro dell’esplorazione lunare con supporti elettronici, strumenti geologici e protocolli scientifici migliori. Già a novembre, l’ESA aveva condotto la simulazione di una passeggiata lunare a Lanzarote, in Spagna, come parte del Pangaea-X, una campagna di test che riunisce geologia, esplorazione spaziale e apparecchiature high-tech per i rilievi. Ora per la seconda volta, Hervé Stevenin, istruttore dell’ESA, e Matthias Maurer, astronauta ESA, hanno collaborato con geologi e ingegneri per simulare una passeggiata lunare sulla desolata area vulcanica di Lanzarote, molto simile alla superficie della luna.
Parte del programma richiede di imparare a lavorare all’interno di tute pressurizzate simili a quelle indossate da Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Questo permetterà agli ingegneri e ai futuri astronauti di testare nuove idee e prototipi nei limitati movimenti di una tuta spaziale, come il non potersi inginocchiare o piegare, la difficoltà a raccogliere campioni a causa dei guanti spessi o il campo visivo limitato a causa del casco. “Non abbiamo una tuta spaziale lunare per questi test, ma dopo aver speso molte ore di preparazione con le tute della NASA siamo abituati alle limitazioni di mobilità. Abbiamo applicato questa conoscenza e la memoria del nostro corpo per testare gli strumenti lunari”, ha dichiarato Stevenin. Le ingombranti tute spaziali sono dunque uno dei principali vincoli con cui gli astronauti dovranno fare i conti sulla luna. I nuovi concetti e i nuovi prototipi testati hanno preso in considerazione il movimento limitato imposto dalle tute spaziali.
In laboratorio, invece, si stanno sperimentando gli effetti della debole gravità lunare (pari a un sesto di quella terrestre) che costringerà gli astronauti a saltellare più che a camminare. “Pensiamo che saltare sulla Luna possa generare forze simili a quelle scatenate dal camminare e correre sulla Terra: questo potrebbe permettere agli astronauti di mantenere ossa e muscoli in buone condizioni attraverso il movimento quotidiano. In questo modo si ridurrebbe la necessità di un equipaggiamento per l’allenamento come quello usato sulla Stazione spaziale internazionale“, spiega l’ingegnere Tobias Weber, che sta coordinando i test di medicina spaziale insieme a David Green presso il Centro europeo di addestramento astronauti di Colonia, in Germania.
Per migliorare l’efficienza delle future spedizioni sulla luna, le comunicazioni tra gli scienziati e gli astronauti sono una parte fondamentale. In questi test, telecamera inserite nell’equipaggiamento degli astronauti hanno trasmesso video live agli scienziati. Video a grandangolo, panoramiche a 360°, primi piani e immagini microscopiche sono state inviate al coordinatore della passeggiata spaziale e agli scienziati che monitorano le attività dal controllo missione. “La prossima generazione di esploratori lunari sarà preparata in importanti discipline scientifiche, ma ci saranno sempre più competenze sulla Terra. La sfida è trasmettere queste competenze agli astronauti durante una passeggiata spaziale per prendere le migliori decisioni su base scientifica. Condividere dati in tempo reale, come immagini e video, è una parte essenziale di tutto questo”, ha spiegato Samuel Payler, ricercatore del Centro addestramento di Colonia.
Matthias ed Hervé hanno ricevuto una formazione in geologia planetaria attraverso il programma Pangaea-X. Hanno ricevuto i consigli di un team di scienziati del controllo missione, che li hanno aiutati a selezionare i campioni di maggior interesse scientifico. Questi scienziati hanno utilizzato uno strumento innovativo chiamato Electronic Field Book. Il dispositivo è pensato per geolocalizzare l’astronauta durante gli spostamenti, catalogare i campioni in base al sito in cui sono stati raccolti, integrare le informazioni provenienti da vari strumenti (come telecamere, spettrometri e microscopi) e permettere perfino comunicazioni in tempo reale con il centro di controllo attraverso una chat vocale.
Queste esercitazioni all’interno del programma Pangaea-X tastano il terreno per l’esplorazione futura dal Lunar Orbital Platform-Gateway, una sorta di Stazione Spaziale intorno alla luna dalla quale un coordinatore potrà guidare gli astronauti sulla luna in cooperazione con un geologo planetario nel controllo missione sulla Terra.