Secondo una ricerca pubblicata su Science dal team della missione NASA New Horizons, le poche “cicatrici” presenti sulla superficie del pianeta nano Plutone e sulla più grande delle sue 5 lune, Caronte, indicherebbero che i confini del Sistema Solare sono meno popolati di quanto si pensasse, e che molti dei piccoli corpi ghiacciati presenti non sono nati da collisioni ma risalgono alle origini del nostro sistema planetario.
Analizzando le immagini catturate 4 anni fa dalla sonda New Horizons durante i flyby su Plutone e Caronte, gli autori hanno mappato gli antichi impatti sui due corpi celesti, “cicatrici” vecchie 4 miliardi di anni.
In seguito alla ricerca si sono potuti ottenere “maggiori dettagli sulla formazione ed evoluzione della cosiddetta fascia di Kuiper“, la regione ai confini del Sistema Solare che va dall’orbita di Nettuno a una distanza pari a 50 volte quella tra la Terra e il Sole: è infatti dalla fascia di Kuiper che provengono molti dei corpi celesti responsabili degli impatti.
Grazie all’analisi delle cicatrici di Plutone e Caronte, spiegano gli autori, “possiamo studiare distribuzione e forma degli oggetti più piccoli della fascia di Kuiper“, resti della formazione del Sistema Solare “con dimensioni inferiori a 100 chilometri, troppo piccoli per essere osservati direttamente dalla Terra“. “Uno degli aspetti più significativi e’ la mancanza di crateri inferiori a 13 km, indice del fatto che nella fascia di Kuiper i corpi più piccoli di due km sono meno numerosi del previsto, e che per la maggior parte non si sono formati in seguito a collisioni“.