Maltempo Veneto, assessore: “Lo scenario di rischio è profondamente cambiato”

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Di fronte a una situazione mai vista prima, ogni apporto tecnico per affrontare e risolvere i problemi è il benvenuto, anche quello del geologo Vittorio Fenti che, peraltro, non fa che confermare ciò che noi diciamo da quando è arrivata la catastrofe di fine ottobre, e cioè che lo scenario di rischio è mutato e proprio per questo abbiamo 172 cantieri già aperti per fronteggiare le diverse situazioni. Ciò che viene omesso di dire, e mi dispiace, è che per ripristinare e rimettere tutto in sicurezza ci vogliono mesi. Per questo nessuno ci dorme sopra, anzi, noi abbiamo mandato i nostri geologi in giro dappertutto a fare valutazioni e rilievi, e così ha fatto la provincia. Forse non serviva che i privati incaricassero un geologo. Spero che almeno non debbano pagarlo perché a lavorare per loro, 24 ore su 24, ci sono le Istituzioni Commissariali e la Regione”.

Con queste parole l’Assessore regionale alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin, interviene sulle dichiarazioni rilasciate ai media dal geologo Vittorio Fenti, incaricato da alcuni residenti dell’Agordino, in provincia di Belluno, di realizzare studi a supporto della richiesta di interventi.

Il geologo – aggiunge Bottacin – sostiene che lo scenario di rischio è cambiato e basta molto meno per creare problemi. Ed è esattamente quello che diciamo sempre noi; poi dice che servono opere e ne individua alcune. Ed è quello che diciamo sempre noi, ma onestamente non omettendo di dire che certe opere, tipo le briglie selettive, devono prevedere progettazione, appalto e realizzazione, quindi non si fanno in 2 giorni”.

Sostanzialmente – dice Bottacin – è stata scoperta l’acqua calda, perché quanto emerge oggi dalla stampa, noi lo diciamo da tempo. Qui nessuno dorme e non è stato perso un secondo. Lo diciamo dal primo giorno che lo scenario di rischio è cambiato e che va posta la massima attenzione anche da parte dei cittadini perché i versanti sono mutati e le opere di difesa del suolo e di difesa dalle valanghe sono state danneggiate. Quindi bastano precipitazioni molto inferiori per creare danni. Ecco perché siamo particolarmente attenti a dare le allerte meteo (spesso sbeffeggiate dai tuttologi su facebook)”.

I danni registrati solo per le opere idrauliche – precisa Bottacin – sono di centinaia di milioni di euro e quindi non possono essere oggettivamente risolti in 3 mesi. Non è stato perso nemmeno un minuto tanto che sono già attivi 172 cantieri. Siamo sul pezzo e continueremo a ritmo serrato, Ma se viene un evento catastrofico come in ottobre, con le briglie piene o esplose, oggi i danni sarebbero molto peggiori per gli insediamenti abitativi. Stessa cosa per gli alberi caduti che creano rischio valanghe. Non è che ci divertiamo a fare un piano di evacuazione per centinaia di persone. E non serve che ci venga ricordato”.

I cittadini dell’Agordino, come quelli di tutta la montagna veneta – conclude Bottacin – credo stiano toccando con mano l’impegno che tutte le Istituzioni stanno profondendo, credo abbiano visto le centinaia di interventi d’urgenza che abbiamo realizzato, credo possano crederci senza il bisogno di periti di parte come se fossimo in un processo, quando diciamo che continueremo a progettare e lavorare per mettere nella massima sicurezza il territorio, usando i fondi governativi già stanziati, e quelli che verranno, per l’emergenza, e ovunque possibile, anche la parte che spetterà al Veneto del Piano da 9 miliardi contro il dissesto idrogeologico annunciato come imminente dal Governo”.

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