Ricerca italiana in crisi: ci sono pochi fondi e troppe paure, lo stallo attuale è preoccupante

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La ricerca scientifica in Italia sta vivendo una situazione di stallo, con i finanziamenti fermi da tempo all’1,3% del Pil, e frenata ulteriormente da paure diffuse, come quelle di ogm, sperimentazione animale e tecniche che modificano il Dna come la Crispr. A lanciare l’allarme è il ‘Rapporto ombra‘ che l’Associazione Luca Coscioni ha presentato oggi a Roma e che intende presentare alle Nazioni Unite, segnando il primo passo di una mobilitazione generale volta a rendere la ricerca più libera. Nell’incontro di oggi sono stati chiamati i ricercatori a mettersi in gioco in prima persona, raccontando le loro esperienze. “Per la ricerca che utilizza la Crispr ci dobbiamo scontrare con un vuoto legislativo che accomuna gli organismi modificati con questa tecnica agli Ogm, bloccando il nostro lavoro“, ha rilevato Vittoria Brambilla, dell’Università di Milano. Graziella Messina, dell’Università di Milano, ha osservato che “le sperimentazioni che impiegano animali, che devono rispettare rigide regole, si trovano quasi sempre ad aspettare molti mesi per avere l’autorizzazione a procedere, cosa che crea molti problemi ai ricercatori e soprattutto agli studenti. Personalmente – aggiunge – sto ancora aspettando l’autorizzazione per una ricerca sottoposta a maggio 2018, per la quale ho dei fondi rimasti bloccati”.

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