Vulcanologia: ricostruita per la prima volta in 3D la struttura dei “capelli di Pele” del vulcano hawaiano Kilauea

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Sono oggetto di studio sin dagli albori della vulcanologia ma non sono mai stati ricostruiti in tre dimensioni con un livello di dettaglio così alto, finora. Un’operazione complessa, vista la natura dei “capelli di Pele” del vulcano hawaiano Kilauea: gocce di magma raffreddate e modellate dai venti una volta fuoriusciti dal condotto vulcanico, che assumono una forma allungata molto simile a un capello umano. I capelli di Pele devono il loro nome alla dea hawaiana del fuoco Pele che, secondo la leggenda, fu cacciata dall’isola polinesiana di Tahiti e si rifugiò sulle isole Hawaii, trovando dimora nel vulcano Kilauea le cui eruzioni, periodicamente, lasciano fuoriuscire le sue lacrime e i suoi capelli.

Kilauea
Rendering 3D dei campioni di capelli di Pele (HMM, LOE, KI) (isotropic voxel size of 1.3×1.3×1.3 µm3); (a,d) rendering 3D dei capelli di Pele in scala di grigi (campione HMM e LOE); (b,e) vescicole dei frammenti in RGB. La figura mostra la forma allungata delle vescicole che si estendono lungo l’intera lunghezza del frammento; (c,f) zoom delle vescicole selezionate per una determinata regione d’interesse (campioni HMM e LOE). L’area selezionata dal quadrato in (f) mostra un incurvamento delle vescicole legato alla presenza di microliti; (g) rendering 3D di un campione di capelli di Pele (KI) e rappresentazione delle vescicole (h). La figura mostra un’alta vescicolarità ed, in particolare, la presenza di almeno due popolazioni di vescicole: una di piccole dimensioni e di forma arrotondata e una di dimensioni maggiori e di forma allungata; (i) taglio lungo direzione sagittale (non in scala). In giallo sono riportate le lunghezze dei frammenti

Un gruppo di ricerca dell’Università della Calabria ha inizialmente condotto su questi peculiari frammenti vulcanici uno studio morfologico con l’ausilio delle tecniche di microscopia ottica ed elettronica, nell’ambito di una tesi di dottorato in Scienze Geologiche di Chiara Benedetta Cannata, sotto la supervisione di Rosanna De Rosa, ordinario di geochimica e vulcanologia del dipartimento DIBEST dell’Unical, e insieme a Paola Donato, ricercatrice di geochimica e vulcanologia dello stesso dipartimento, e Bruce F. Houghton, professore di vulcanologia della University of Hawaii a Manoa.

Dopo questa prima fase, la ricerca è stata estesa all’indagine sulla struttura interna dei capelli di Pele grazie alla collaborazione con un team di ricerca di Elettra Sincrotrone Trieste  (Area Science Park) guidato da Lucia Mancini, di cui fanno parte Sandro Donato e Gabriele Lanzafame. Grazie alle enormi potenzialità offerte dalla tecnica della microtomografia a raggi X con luce di sincrotrone, è stata effettuata per la prima volta una ricostruzione tridimensionale della struttura interna dei capelli di Pele, operazione che ha consentito di evidenziare, all’interno di questi sottilissimi filamenti, la presenza di bolle di forme e dimensioni variabili. Lo studio di capelli di Pele diversi nell’aspetto e provenienti da diversi tipi di attività vulcanica ha permesso di avanzare delle ipotesi sull’origine delle differenze morfologiche dei frammenti piroclastici emessi nel corso di differenti stili eruttivi dal vulcano Kilauea. I risultati della ricerca sono stati appena pubblicati su Scientific Reports di Nature, con un lavoro dal titolo: “First 3D imaging characterization of Pele’s hair from Kilauea volcano (Hawaii)”.

La figura mostra una descrizione schematica del processo di formazione dei capelli di Pele, per le tre eruzioni studiate. I capelli di Pele si formano a partire dalla deformazione di una goccia di magma o “lacrima di Pele”. tdef: indica il tempo di deformazione; tves: indica il tempo della seconda vescicolazione; tquench: il tempo di raffreddamento. In figura sono anche riportati i principali parametri discussi nel testo: sp. vel: velocità di fuoriuscita (spurting velocity); th: spessore dei capelli di Pele, corrispondente al valore della mediana della distribuzione dello spessore; VPT: volume della lacrima di Pele iniziale, calcolata considerando che i capelli di Pele hanno uno spessore pari ad 1/5 del diametro della lacrima di Pele; max tves: tempo massimo della seconda vescicolazione, calcolata considerando un tasso di crescita di 3.2×10-4 cm/s e la massima taglia di vescicole arrotondate per ogni campione; ?: viscosità calcolata sulla base della composizione chimica. Per i campioni HMM la deformazione di una lacrima di Pele, vescicolata e di piccole dimensioni, crea capelli di Pele sottili con vescicole allungate e sottili. La max tves è dell’ordine di 1 secondo, mentre la totale assenza di una seconda popolazione di vescicole arrotondate indica che il tempo di raffreddamento (tquench) è basso ed è inferiore al tempo di vescicolazione. Nei campioni LOE, la dimensione maggiore delle gocce di magma e la bassa velocità di fuoriuscita dà origine a capelli di Pele più spessi. Lo spessore maggiore favorisce il processo di formazione di nuove piccole vescicole arrotondate in un tempo (tves) di 3 s. La presenza di una seconda popolazione di vescicole si verifica solo in alcuni frammenti, suggerendo che il tempo di raffreddamento (tquench) è molto simile a quello di vescicolazione (tves). Nei campioni di KI, la maggiore dimensione iniziale delle gocce di magma è probabilmente il principale fattore che controlla la limitata deformazione delle stesse, più che la bassa viscosità del magma o l’elevata velocità di fuoriuscita. Lo spessore relativamente elevato dei capelli di Pele che ne derivano, nonché il maggior tempo di residenza nella fontana di lava, consente lo formazione di una seconda popolazione di vescicole sub-sferiche, durante o dopo la deformazione. Il tempo di vescicolazione massimo (max tves) è dell’ordine di 15 s ed, inoltre, il raffreddamento dei capelli di Pele si verifica dopo questo secondo evento di vescicolazione.

Spiega Chiara Benedetta Cannata: “Il nostro lavoro ha preso in considerazione tre diversi stili eruttivi per il vulcano Kilauea (Hawaii): un lago di lava, una fontana di lava e un’eruzione esplosiva generata dall’interazione fra una colata di lava e l’oceano. La microtomografia a raggi X effettuata sui campioni provenienti dai tre stili eruttivi ha evidenziato che, ad esempio, i capelli di Pele prodotti dal degassamento passivo del lago di lava, che esternamente appaiono molto allungati (fino a qualche cm) e sottili (50 – 100 micrometri/µm), al loro interno presentano un canale centrale cavo esteso lungo l’intera lunghezza del frammento, mentre quelli della fontana di lava sono molto più corti e spessi (fino a 900 µm) e più vescicolati, con almeno due popolazioni di bolle: una di piccole dimensioni e di forma rotondeggiante e l’altra di dimensioni maggiori e di forma allungata. I capelli di Pele prodotti dall’interazione della colata di lava con l’oceano, che possono raggiungere uno spessore massimo di 500 µm, hanno dei caratteri intermedi tra i due campioni citati, con abbondanti bolle allungate e poche bolle piccole di forma sferica. Grazie alle informazioni ottenute abbiamo ipotizzato che all’origine delle differenze morfologiche osservate nei tre diversi campioni analizzati vi siano diversi fattori: primo fra tutti la dimensione originale delle gocce di magma (parametro che influenza di conseguenza anche il tasso di raffreddamento dei capelli di Pele che da essa si originano), la velocità di fuoriuscita delle gocce di magma, la sua viscosità, il contenuto in vescicole nella goccia di magma originale, il tempo di residenza nell’ ‘hot environment’ o porzione calda del sistema, ad esempio l’interno della fontana di lava o la superficie esterna del lago di lava, e l’azione del vento.
Non è stato possibile quantificare gli ultimi tre parametriconclude Cannata –  tuttavia i nostri dati hanno consentito di determinare la dimensione della goccia originale di magma che ha prodotto i capelli di Pele, la quale assume valori via via crescenti passando dai capelli di Pele del lago di lava, a quelli dell’interazione acqua-magma, fino alla fontana di lava, e di suggerire che la velocità di fuoriuscita delle gocce di magma, nonché la viscosità delle stesse, siano di secondaria importanza nel determinare la forma e la tessitura dei capelli di Pele.”

L’indagine microtomografica, non distruttiva, dei reperti è stata condotta presso la linea di luce SYRMEP di Elettra. Sfruttando le proprietà uniche della radiazione di sincrotrone, come l’elevata brillanza e la coerenza spaziale, è possibile sfruttare i cosiddetti effetti di “contrasto di fase” combinando informazioni legate sia all’assorbimento che alla rifrazione dei raggi X nelle immagini finali. L’effetto globale è quello di ottenere immagini ad alto contrasto e, allo stesso tempo, di osservare strutture aventi dimensioni fino ad alcuni micrometri. “La tecnica della microtomografia a raggi X con luce di sincrotrone è risultata di fondamentale importanza per la determinazione, in termini quantitativi, dei caratteri morfologici e tessiturali dei capelli di Pele – sottolineano Lucia Mancini e Sandro Donato -. Un’analisi così dettagliata su questi frammenti che, per loro natura, sono molto sottili e fragili e pertanto molto difficili da maneggiare, non era mai stata fatta prima d’ora e la tecnica di microtomografia a raggi X con luce di sincrotrone si è rivelata sorprendente anche per la creazione di volumi virtuali che hanno mostrato, per la prima volta e in maniera accurata, l’interno di queste particolari strutture in tre dimensioni.

I capelli di Pele si ritrovano intorno ai centri eruttivi non solo dei vulcani hawaiani ma anche di altri vulcani che emettono magmi basici a bassa viscosità e si depositano sotto vento formando delle ampie distese di veri e propri tappeti vetrosi. Il team di ricerca sta attualmente  continuando le indagini sui capelli di Pele formatisi in corrispondenza di altri vulcani da magmi composizionalmente diversi, inclusi i vulcani italiani delle isole Eolie e quelli islandesi.

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