Il danno ambientale di uno sversamento di petrolio nelle Isole Salomone si sta aggravando dopo che un cargo si è incagliato presso la remota Isola Rennell, nel Pacifico meridionale, lo scorso mese. Il governo delle Isole Salomone ha richiesto urgente aiuto all’Australia per affrontare il disastro ambientale dopo il lento progresso nelle operazioni di contenimento dello sversamento.
La MV Salomon Trader stava caricando bauxite da una miniera sull’Isola Rennell prima che il ciclone Oma la facesse incagliare sulla barriera corallina il 5 febbraio scorso. La tempesta ha eseguito un lento passaggio di due settimane attraverso le Isole Salomone e si ritiene che i suoi venti e il mare agitato siano stati un fattore determinante nell’incidente della nave. Secondo gli ultimi report, si stima che finora nell’oceano siano state rilasciate 100 tonnellate di petrolio. La nave di 225 metri ne stava trasportando 600, così come un carico completo di bauxite, il minerale principale utilizzato per produrre alluminio. Le operazioni di recupero potrebbero richiedere mesi e ulteriore assistenza da parte di altri Paesi, come Australia e Nuova Zelanda.
“Una volta che colpisce le rocce, il combustibile pesante è effettivamente come una sostanza simile al bitume e deve essere rimosso a mano”, ha dichiarato una fonte delle Isole Salomone. Il petrolio non ha ancora raggiunto East Rennell, il più grande atollo corallino del mondo e patrimonio mondiale Unesco. Dal 2013, il sito è sulla lista Unesco di quelli in pericolo a causa di disboscamento e pesca intensiva. Nel frattempo, la Bintan Mining Solomon Islands Limited, la compagnia indonesiana che ha noleggiato la nave, continua a caricare bauxite con altri cargo. “L’estrazione e il carico di bauxite stanno continuando nella baia e questo sta agitando ulteriormente il petrolio”, ha aggiunto la fonte. L’Australian Maritime Safety Authority ha svelato che l’area mostra uno grande sversamento di petrolio nell’acqua, che ha iniziato a raggiungere anche la costa, come potrete vedere nelle immagini contenute nella gallery a corredo dell’articolo.
Il governo delle Isole Salomone dovrebbe chiedere alla compagnia di sospendere le operazioni. Una compagnia d’assicurazione ha ingaggiato un’azienda di recupero materiali nelle Isole Salomone per gestire la situazione della nave, proprietà della compagnia di Hong Kong South Express Ltd, ma finora il resto del petrolio rimane a bordo. Sia Bintan Mining Solomon Islands Limited e South Express Ltd, tuttavia, stanno mostrando scarsa inclinazione a fermare la perdita dai serbatoi e ancor meno a decontaminare quello che sta rapidamente diventando un disastro ambientale. È stato anche riportato che alcuni residenti locali abbiano iniziato a saccheggiare la nave.
L’Unesco ha espresso la sua preoccupazione sull’impatto del disastro ambientale e sta cooperando con le autorità di Salomone per minimizzarne gli effetti. L’Australian Department of Foreign Affairs and Trade ha aggiornato l’avviso per i viaggiatori di riconsiderare la visita all’Isola Rennell perché “il petrolio è una sostanza tossica” e l’esposizione ad esso crea un rischio per la salute. Il governo australiano sta contribuendo all’intervento di risposta all’emergenza e ha espresso la sua preoccupazione per l’estensione del danno: “L’impatto di questo sversamento di petrolio avrà un effetto devastante sull’ambiente circostante, incluso potenzialmente su un sito protetto dall’Unesco così come sulla sopravvivenza degli abitanti di Rennell. Siamo molto preoccupati dalle circostanze che hanno portato a questo disastro. I nostri amici nel Pacifico, incluso il governo delle Isole Salomone, non tollerano comportamenti sconsiderati da parte delle compagnie”. Anche la Nuova Zelanda ha inviato due esperti per aiutare negli sforzi di recupero.