“Il consorzio olivicolo Unaprol ha deciso di procedere all’acquisto di 100mila piante di ulivo leccino resistenti alla Xylella che verranno consegnate ai nostri olivicoltori“: lo ha annunciato il presidente di Unaprol, David Granieri che ha partecipato insieme alla Coldiretti alla mobilitazione ”Coraggio Salento” con migliaia gli agricoltori con i trattori, insieme a cittadini e rappresentanti della società civile, hanno invaso il centro di Lecce. “Un impegno – ha precisato Granieri – per non condannare alla desertificazione l’area infetta che riguarda 183mila ettari“.
“Il Decreto Legge sulle emergenze agricole – sottolinea la Coldiretti – è un’altra occasione perduta per la ricostruzione del patrimonio olivicolo distrutto, mentre gli agricoltori non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre. Nel decreto il Salento infetto è ormai dato per perduto, come se non esistesse” denuncia la Coldiretti nel sottolineare che “non si creano le condizioni per andare in deroga ai vincoli paesaggistici, idrogeologici e di ogni altra natura in area infetta“. “Non mancano le responsabilità a livello regionale dove – continua la Coldiretti – si è giocato al rimpallo di competenze e responsabilità, facendo dilagare la malattia che è arrivata alle porte di Bari“. “Il Salento merita rispetto e pretende le dimissioni dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Puglia che ne ha fatta un’altra, ha ‘dimenticato’ di chiedere al Ministero lo stato di calamità da Xylella per il 2018” ha gridato dal palco il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia nel chiederne le dimissioni. ”Non è stato in grado di definire una strategia condivisa e chiara con il Governo per consentire agli olivicoltori di espiantare e reimpiantare. Il mondo agricolo salentino è compatto nel dire basta alla politica della Regione Puglia che si nasconde per non decidere, che ha mandato in fumo altri ettari di coltivazioni, con ulteriori danni al patrimonio ambientale, culturale e all’economia agricola pugliese e nazionale e con gravi rischi per l’intera agricoltura continentale”, ha aggiunto Muraglia. ”Non è stato fatto nulla per i frantoiani che ormai al collasso stanno vendendo le macchine di produzione in mancanza di olive da molire, i vivaisti tuttora non possono movimentare le piante all’interno dell’area infetta, dopo aver speso erroneamente tempo e soldi per dotarsi di impianti di termoterapia che non sono serviti a nulla per mancanza di una firma su una autorizzazione”, ha chiuso il presidente Muraglia.