L’11 aprile scorso la UOC Oftalmologia – Banca degli Occhi dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata, diretta dal dott. Augusto Pocobelli, ha eseguito con successo il primo trapianto di cellule staminali dell’epitelio corneale nella Regione Lazio.
Il trapianto è stato effettuato su un paziente che ha subito una gravissima ustione oculare bilaterale da acido solforico nei primi mesi del 2017. Da quel momento gli oculisti dell’Azienda hanno messo in atto tutte le terapie mediche e chirurgiche necessarie a riportare l’assistito alla guarigione delle manifestazioni acute del trauma, anche attraverso molteplici interventi chirurgici conservativi sulla cute del volto, sulle palpebre e sulla cornea. Ciò ha permesso di stabilizzare le condizioni del paziente in modo da consentire allo stesso di essere idoneo al trattamento con un nuovissimo farmaco a base di cellule staminali dell’epitelio corneale, l’Holoclar.
Si tratta del primo prodotto di terapie avanzate a base di cellule staminali, approvato dall’Agenzia Europea del Farmaco nel 2015 e disponibile tramite SSN dal 2017.
Il farmaco è stato messo a punto nel corso degli ultimi 10 anni da un gruppo di ricercatori italiani del Centro di Medicina Rigenerativa dell’Università di Modena e di oftalmologi italiani di varie Università ed Ospedali italiani.
All’interno di questo gruppo di lavoro un rilevante contributo è stato dato, sin dal 2005, dal team della UOC Oftalmologia – Banca degli Occhi dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata, che ha eseguito il trapianto di un foglietto di fibrina sulla cui superficie sono state disposte le cellule staminali autologhe del paziente coltivate nella cell factory del Centro di Medicina Rigenerativa di Modena.
Il farmaco utilizzato, dal costo estremamente elevato, può essere dispensato da soli 3 centri in Italia e tra questi, l’unico dalla Toscana fino alla Sicilia, è quello autorizzato dalla Regione Lazio presso l’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata.
Nella Regione si aprono finalmente nuove prospettive di trattamento per quei pazienti, spesso giovani in età lavorativa, affetti da gravissime patologie che possono portare a cecità anche bilaterale, quasi sempre legate ad incidenti domestici o sul lavoro, senza dimenticare le vittime della violenza di genere che subiscono dei gravissimi traumi dovuti all’uso criminoso di acido o soda caustica.