Farmaci, epatite B: sicurezza ed efficacia per “switch” a nuova terapia

Nuovi dati sulla terapia dell'epatite B dall'International Liver Congress 2019 in corso a Vienna
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Dall’International Liver Congress 2019 in corso a Vienna nuovi dati sulla terapia dell’epatite B. “In uno studio di fase III condotto in tutto il mondo – riferisce Pietro Lampertico, docente di Gastroenterologia dell’Università Statale di Milano – 488 pazienti adulti in soppressione virologica con infezione cronica da Hbv che ricevevano Tdf (tenofovir disoproxil fumarato) una volta al giorno sono stati randomizzati per rimanere in Tdf o passare a tenofovir alafenamide (Taf), un nuovo regime meglio tollerato. Ebbene, lo switch si è rivelato non solo efficace, ma anche sicuro: ha determinato miglioramenti nella funzionalità renale e aumenti della densità minerale ossea“.
Non solo. “Nei pazienti con problemi ossei e renali, cambiare farmaco fa rientrare queste problematiche – aggiunge Lampertico – Dunque, oltre al mantenimento della risposta virologica, lo studio ci ha mostrato che lo switch comporta una regressione della patologia renale e ossea, ove presente“. Nel corso degli studi clinici, inoltre, la reazione avversa più comune nei pazienti che hanno assunto Taf è stato il mal di testa.
Questi dati “supporteranno le domande di approvazione regolatoria supplementari nell’Unione europea e negli Stati Uniti“, fa sapere Gilead.

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