Pane confezionato e cracker contengono ingredienti nocivi per la salute: è necessario fare attenzione al consumo

Alcuni ingredienti contenuti nel pane confezionato, utili a migliorare il gusto dell'alimento, diventano nocivi per la salute
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Spesso, per comodità e per praticità, tendiamo ad acquistare pane e cracker confezionati, così facendo la scorta in dispensa è sempre assicurata e non c’è la necessità di comprare pane fresco ogni giorno. Ma si tratta di cibi sani e sicuri? Secondo gli esperti non è proprio così. Alcuni ingredienti ivi contenuti, utili a migliorare il gusto dell’alimento e a garantirne la conservazione, diventano nocivi per la salute. Tra questi possiamo sicuramente annoverare lo sciroppo di fruttosio, il bromato di potassio e la L-cisteina, agente ammorbidente prodotto in laboratorio.

Spesso gli le diciture presenti sulle confezioni traggono in inganno e ci danno l’idea di un prodotto sano: “Rustico”, “Buono e sano”, “Solo ingredienti naturali”, e così via. Sicuramente si tratta di un alimento più facilmente conservabile ma «la verità è che invece siamo spesso di fronte a un prodotto scadente», spiega Luca Speciani, medico e alimentarista, in un’intervista su Starbene. «Mentre il pane tradizionale è costituito da farina, acqua, lievito e sale, quello in cassetta industriale contiene una serie di ingredienti, facilmente individuabili in etichetta, necessari per dare corpo all’impasto ed evitare la formazione di muffe. Così, spesso, sono presenti zuccheri, conservanti e lipidi di bassa qualità, come i mono e digliceridi degli acidi grassi, ricavati da oli vegetali quale quello di palma o perfino da scarti di macellazione», sottolinea l’esperto.

Per rendersi conto di tutto ciò è sufficiente annusare il pane appena aperto: l’inconfondibile odore di alcol che fuoriesce aprendo la confezione non lascia spazio a dubbi. «L’alcol etilico o etanolo è un conservante molto usato dall’industria alimentare», spiega Speciani. «Nel caso del pane in cassetta, viene spruzzato sulla superficie del prodotto prima del confezionamento: serve a prevenire lo sviluppo delle muffe che spesso lo attaccano. Se ne usa una quantità minima e la maggior parte evapora al momento dell’apertura del sacchetto, quindi non si corrono rischi di tossicità, ma il suo impiego è un altro indizio di scarsa naturalezza».

Ovvio che il pane confezionato non è il male assoluto, ma sicuramente è preferibile consumare pane fresco o comunque prendere dei piccoli accorgimenti. «Il pane artigianale è preferibile, tuttavia in commercio puoi anche trovare buoni prodotti industriali», conclude l’esperto. «Punta solo su quelli fatti con farine di grano 100% italiano (è indicato sulla confezione), meglio se integrale e bio, nei quali l’unico grasso utilizzato sia l’olio extravergine di oliva, privi di destrosio e additivi di sintesi. Anche l’assenza di conservanti è indice di qualità superiore. Infine, una volta aperta la confezione, conservalo in frigorifero e consumalo entro 7 giorni».

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