Ritornano il 4 e 5 maggio in 800 piazze, parrocchie e mercati di Campagna Amica i pacchi di riso Arborio 100% italiano della FdAI – Filiera proposti, per una donazione minima di 5,00 Euro, dai 3000 volontari della XVII Campagna nazionale “Abbiamo riso per una cosa seria” a favore dell’agricoltura familiare in Italia e nel mondo, promossa da FOCSIV – Volontari nel Mondo, insieme a Coldiretti e Campagna Amica. Il prendere quel pacco riso significa fare gesto consapevole, da parte di chi decide di fare una scelta di campo: difendere chi lavora la terra per il diritto al cibo sano e di qualità per tutti.
L’iniziativa si avvale, anche per questa edizione, della diffusione nei Centri Missionari Diocesani della CEI, grazie alla collaborazione con l’8×1000 alla Chiesa Cattolica e di UBI Banca.
Novità di questa edizione è il sostegno dell’Azione Cattolica che ha scelto la Campagna di FOCISV per promuovere, nel mese della Pace, la loro iniziativa “La Pace è servita”, mentre a maggio saranno presenti i loro volontari a molti banchetti allestiti dai soci FOCSIV.
L’iniziativa Abbiamo riso per una cosa seria è stata inserita nel progetto dell’Unione Europea DEAR “Make Europe Sustinable for All” che sensibilizza gli europei a far propri gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), in particolare questo anno si promuove la Campagna Good Food for All che favorisce la conoscenza dell’agroecologia, dell’agricoltura familiare, dello sviluppo rurale sostenibile e la difesa dei contadini.
La Campagna è un grande movimento di contadini italiani e del resto del mondo insieme ai consumatori per difendere chi lavora la terra. Una filiera di persone consapevoli insieme per sostenere le comunità rurali, richiedere politiche adeguate, per la sicurezza alimentare e la salubrità dei cibi, per promuovere il valore dell’agricoltura familiare come risposta alla crisi globale, ai cambiamenti climatici, alle migrazioni. Tutti insieme uniti contro l’abbandono delle terre e il loro l’accaparramento da parte delle multinazionali e delle finanziarie, il caporalato e la schiavitù di chi sottopaga i prodotti agricoli e il lavoro nei campi.
Grazie ai pacchi di riso della Campagna si può sostenere un unico grande progetto con un intervento in Italia e 36 nel mondo in difesa di chi lavora la terra. In particolare, Campi Ri-Aperti l’intervento italiano formativo di Casa Scalabrini 634, programma ASCS Onlus e Kairos Cooperativa Sociale permette ai giovani rifugiati e richiedenti asilo di accedere ad un’esperienza di lavoro nell’ambito agricolo. Una vera e propria opportunità per ricostruirsi una vita dignitosa ed autonoma.
Un’esperienza ed un intervento che mette in evidenza come oggi siano i lavoratori stranieri una parte determinante per la crescita del settore agricolo nel nostro Paese; secondo i dati pubblicati dalla Coldiretti sarebbero oltre 300mila quelli impiegati con un regolare contratto in agricoltura.
Tanti questo anno i testimonial e gli amici che si sono uniti e condividono gli scopi della Campagna Abbiamo riso per una cosa seria tra questi Giancarlo Perbellini, chef pluristellato, Chiara Caprettini, foodblogger, Mario Tozzi, geologo e giornalista, Paolo Sottocorona, meteorologo e divulgatore televisivo, Luca Lombroso, meteorologo e divulgatore ambientale, Elena Somaré, virtuosa dell’uso del suono primitivo: il fischio.
Insieme a loro ci sono circa Agrichef aderenti alla rete di Campagna Amica presenti su tutto il territorio nazionale e che dal 1 al 12 maggio nei ristoranti degli Agrichef sarà proposto nel menu un piatto a base di riso con i prodotti del territorio e promossa la Campagna riso di FOCSIV.
Infine, per il secondo anno, sono amici dell’iniziativa promossa da FOCSIV gli studenti del Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media dell’Università Tor Vergata di Roma coinvolti nel potenziare i messaggi legati alla Campagna su tutti i canali web e social amplificandone esponenzialmente la visibilità.
Il 4 maggio al Mercato di Campagna amica di San Teodoro a Roma si presenterà il secondo Rapporto “I padroni della Terra”, pensato e redatto da FOCSIV che si è avvalsa della collaborazione di Coldiretti, affronta la questione su chi siano i reali proprietari delle terre coltivabili e chi ne abbia il controllo, ma è anche al tempo stesso una denuncia ed una riflessione su quanto sta accadendo in ogni parte del mondo: l’accaparramento del suolo e delle terre più fertili, le cui gravi conseguenze ricadranno su tutti per generazioni. In questa edizione, in particolare, ci si sofferma sulla correlazione tra il land grabbing ed cambiamenti climatici e di come questo fenomeno dell’accaparramento sia la manifestazione più evidente di un’ideologia profonda e pervasiva, di un progresso ingiusto e lineare, che coinvolge tutto il Pianeta, compreso il rapporto dell’uomo con la natura e con i suoi simili.
“A diciassette anni dal primo pacco di riso della Campagna Abbiamo riso per una cosa seria offerto dai volontari nelle piazze, nelle parrocchie e nei Mercati di Campagna Amica questa iniziativa non è solo un’azione di sostegno degli interventi di agricoltura familiare proposti dai nostri soci in tante parti del mondo ed in Italia, ma è soprattutto un grande movimento che ribadisce come nessuno di noi sia più disposto a delegare alcuno per ciò che ci riguarda più da vicino: il liberarci dalla schiavitù dei prezzi imposti dalle multinazionali dell’agroalimentare, dal fenomeno del caporalato, dai condizionamenti dell’agribusiness, dai cambiamenti climatici e dalle cause che portano all’emigrazione di milioni di persone – ha dichiarato Gianfranco Cattai, presidente FOCSIV – Siamo consapevoli che vi sono milioni di ettari di terre presi in concessione dalle grandi imprese agroalimentari e minerarie in luoghi strappate ai popoli indigeni, ai piccoli contadini, alle famiglie e alle comunità, mettendo mette a repentaglio sia la sopravvivenza di chi lavora, la qualità dei prodotti agricoli che la sostenibilità di chi, come i tanti contadini anche italiani, cerca di coltivare cibo sano e di qualità. FOCISV con i propri soci da anni da un lato agisce in tante parti del mondo ed in Italia con i propri interventi di agricoltura familiare volti a contrastare la perdita di autonomia, di governo delle proprie condizioni di vita, di resilienza e biodiversità, per consentire alle comunità di avere più potere nel costruirsi un futuro possibile e sostenibile; dall’altro sensibilizza su come l’agricoltura familiare possa essere la risposta alla fame, al bisogno di lavoro e allo sviluppo umano secondo una visione più equa e più giusta di democrazia alimentare e di ecologia integrale. Dall’altro canto con il secondo Rapporto, “I padroni della Terra”, si denuncia lo sfruttamento ed il degrado delle terre e delle sue risorse in ogni parte del mondo per quanto riguarda la nostra Casa comune: la Terra.”
La fame è cresciuta negli ultimi tre anni, tornando ai livelli di un decennio fa, un’inversione che allontana in maniera preoccupante l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile di Fame Zero entro il 2030. Secondo l’ultimo Rapporto congiunto delle Nazioni Unite, presentato lo scorso settembre, sono 821 milioni le persone, vale a dire 1 su 9, che oggi soffrono la fame di questi ben 150 milioni sono i bambini. Fino ad ora sono stati compiuti dei progressi limitati nell’affrontate le molteplici forme di malnutrizione, che conseguono gravi ritardi della crescita dei bambini all’obesità degli adulti, mettendo a rischio la salute di centinaia di milioni di persone.
Il Rapporto mette in evidenza come la variabilità del clima influenzi l’andamento delle piogge e le stagioni agricole, oltre ad estremi climatici come siccità e alluvioni, e di come questi siano i fattori chiave dietro l’aumento della fame, insieme ai conflitti e alle crisi economiche. In particolare, i cambiamenti climatici stanno già minando la produzione di importanti colture come grano, riso e mais sia nelle regioni tropicali che in quelle temperate come l’Italia.
“Non è accettabile che l’Unione Europea continui a favorire le importazioni di prodotti ottenuti dall’accaparramento delle terre, dalla violazione dei diritti umani e dall’inquinamento dell’ambiente che impoveriscono le economie locali dei Paesi poveri e provocano le migrazioni verso i Paesi più ricchi dove spesso li attendono la sofferenza e l’emarginazione”. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che è invece “necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore. Occorre quindi – conclude Prandini – promuovere l’agricoltura familiare come risposta alle migrazioni in un mondo in cui oltre il 70% di quanti sono vittime della fame sono agricoltori, soprattutto piccoli produttori nel Sud del mondo, minacciati dallo sfruttamento delle risorse territoriali e dalla distorsione nei sistemi di produzione e distribuzione degli alimenti”.