L’anidride carbonica nell’atmosfera ha raggiunto livelli mai visti nell’intera esistenza umana: non storia, esistenza. Secondo i dati del Mauna Loa Observatory delle Hawaii, la concentrazione di CO? nell’atmosfera è di oltre 415 parti per milione (ppm), molto più alta che in qualsiasi momento degli ultimi 800.000 anni, da prima dell’evoluzione dell’homo sapiens. Il dato è emerso ieri quando la Scripps Institution of Climatology, che misura i tassi giornalieri di CO? al Mauna Loa insieme agli scienziati della NOAA, ha pubblicato un tweet al riguardo. Le misurazioni vanno avanti da quando il programma ha avuto inizio nel 1958 con Charles David Keeling, da cui deriva la Keeling Curve, un grafico della crescente concentrazione di CO? nell’atmosfera.
Durante l’era del Pliocene, circa 3 milioni di anni fa, quando si stima le temperature globali fossero di 2-3°C più alte di oggi, si ritiene che i livelli di anidride carbonica abbiano raggiunto le 310-400ppm. All’epoca, l’Artico non era coperto da ghiaccio ma da alberi e si ritiene che le temperature estive all’estremo nord raggiungessero i +15°C circa. Si ritiene che i livelli globali dei mari durante il Pliocene fossero incredibilmente di 25 metri superiori a quelli odierni, se non addirittura di più.
Effetti devastanti
Gli alti livelli di anidride carbonica nell’atmosfera, causato dai combustibili fossili utilizzati dall’uomo e dalla riduzione delle foreste, ostacolano il ciclo di raffreddamento naturale della Terra, intrappolando il calore vicino alla superficie e causando il continuo aumento delle temperature globali, con effetti devastanti. Il rilascio di CO? e altri gas serra ha già portato ad un aumento di 1°C nelle temperature globali e probabilmente resteremo vincolati ad un ulteriore aumento se non verranno intraprese azioni più immediate dai governi di tutto il mondo.
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Secondo il 70% degli studi sul clima, in un mondo più caldo di 2°C, ci sarà il 25% in più di giornate calde e ondate di caldo, che portano con loro grandi rischi per la salute e un maggior pericolo di incendi. Nel mondo, il 37% della popolazione sarà esposta ad almeno una forte ondata di caldo ogni 5 anni e la durata media della siccità aumenterà di 4 mesi, esponendo circa 388 milioni di persone a carenza idrica e 194,5 milioni di persone a grave siccità. Aumenteranno le alluvioni e i fenomeni meteo estremi, come cicloni e tifoni. Gli incendi diventeranno più frequenti e la resa delle colture calerà. La vita animale verrà devastata, con un milione di specie a rischio estinzione. Le zanzare, invece, prospereranno, il che implica che un ulteriore 27% del pianeta sarà a rischio di malaria e altre malattie legate alle zanzare. Questo per quanto riguarda un aumento di 2°C.
Con un aumento di 3-4°C, invece, entreremmo in una fase in cui la Terra sembrerà una vera e propria serra che potrebbe rendere molte zone del pianeta inabitabili.
Tutto questo viene previsto da decenni ormai e siamo ormai a conoscenza di quello che bisogna fare per fermare questo processo: una drastica riduzione delle emissioni di carbonio, la creazione di pozzi di assorbimento di carbonio, la riforestazione, nuove tecnologie per la cattura del carbonio e altre innovazioni o, per dirla attraverso le parole dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, avverranno “cambiamenti rapidi, di vasta portata e senza precedenti in tutti gli aspetti della società”. Molte organizzazioni stanno cercando di forzare i governi a intraprendere azioni rapide e decise per salvare il pianeta, ma stiamo esaurendo il tempo a disposizione per evitare un mondo che non sapremmo letteralmente come gestire.