La cellulite “spia” di problemi alle gambe: come ridurre pesantezza e gonfiore delle caviglie

"Spesso la cellulite è abbinata ad una insufficienza veno-linfatica che porta pesantezza delle gambe e gonfiore delle caviglie"
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Gambe più belle sono anche gambe più sane. La parte estetica spesso è correlata con il benessere dell’arto e curare il secondo porta benefici anche alla prima. «La cellulite può essere solo l’inizio, poi arrivano anche problemi funzionali alle gambe», premette Patrizia Gilardino, chirurgo estetico di Milano. «Quello che può apparire solamente come un inestetismo, può diventare un problema non solo estetico. Infatti, spesso la cellulite è abbinata ad una insufficienza veno-linfatica che porta pesantezza delle gambe e gonfiore delle caviglie. Anche nei casi di varici e teleangectasie, oltre la visibile dilatazione dei vasi, c’è spesso una sensazione di stanchezza con gonfiore, talora abbinata a dolore ai polpacci».
Porre rimedio dal punto di vista estetico è quindi mettere un freno anche ai problemi di carattere funzionale. «In questo caso, i trattamenti di medicina estetica ci vengono in soccorso», spiega Gilardino. «Del resto, azioni che vanno a migliorare la qualità della cute, riducendo gli inestetismi, agiscono in profondità sulla circolazione, quindi permettendo di intervenire non solamente sulla parte estetica, ma anche su specifiche patologie. È un’azione per il benessere complessivo delle gambe».
Patologia che interessa una larga parte della popolazione occidentale, l’insufficienza veno-linfatica è determinata da una difficoltosa circolazione del sangue e della linfa nelle estremità inferiori del nostro corpo. «Le vene hanno il compito di “riportare” il sangue dalle zone periferiche del corpo verso il cuore; questo flusso però può essere reso più difficoltoso se le pareti dei vasi sanguigni non sono particolarmente elastiche. Abbiamo così quella che viene chiamata “stasi”, ovvero un accumulo di liquidi negli arti inferiori che provocano quel senso di pesantezza sulle gambe», precisa la specialista. Alla base ci possono essere stili di vita non del tutto corretti, la cellulite, ma anche una certa predisposizione genetica. «Per gambe più “leggere”, la carbossiterapia dà risposte efficaci», aggiunge. «L’anidride carbonica, che è alla base di questo trattamento, influisce sulla circolazione sanguigna, aumentandone il flusso, oltre ad avere un effetto che possiamo definire “brucia grassi”. L’effetto è quindi duplice: è un trattamento che permette di intervenire sulla cellulite, riducendo così l’effetto “buccia d’arancia”, ma anche migliora il flusso sanguigno dalle zone periferiche del nostro corpo, riducendo quindi le sensazioni di pesantezza e dolorabilità delle gambe». Trattamento senza controindicazioni, la carbossiterapia può portare però ad un leggero fastidio. «In alternativa è possibile utilizzare il TriActive, una tecnica che si basa su tre azioni: il freddo, il massaggio e il laser. Insieme migliorano l’ossigenazione dei tessuti restituendo alla pelle elasticità e tono – prosegue Gilardino –. Questo trattamento è assolutamente indolore; richiede qualche seduta in più rispetto alla carbossiterapia, ma si prende cura delle gambe sia sotto il profilo estetico, sia funzionale».

La presenza di varici e teleangectasie è una patologia che arriva ad interessare più di una donna su tre. In questi casi la scleroterapia con soluzione salina restituisce benessere alle gambe. «È un trattamento naturale che, senza l’uso di farmaci, comporta dei vantaggi: innanzitutto, l’uso di una soluzione fisiologica ipertonica, oltre ad evitare il pericolo di allergie, permette di “chiudere” i capillari intervenendo su un’area più estesa. Non certo secondo, il fatto che per la paziente non c’è l’obbligo di portare calze elastiche. Di contro però, i trattamenti richiedono almeno due settimane di distanza l’uno dall’altro. Per situazioni particolari è però possibile abbinare differenti trattamenti e ottenere così benefici su più fronti».
Il benessere delle gambe si coltiva però con piccole azioni quotidiane: «Bere molto, controllare il peso, seguire una dieta bilanciata e fare dell’attività fisica», conclude Gilardino che raccomanda sempre di rivolgersi ad un medico esperto.

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