Dazi, Coldiretti: “Mercati sconvolti, scendono le quotazioni della soia”

"La soia è uno dei prodotti agricoli più coltivati nel mondo, largamente usato per l’alimentazione degli animali da allevamento"
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Non solo il mercato finanziario, ma anche quello delle materie prime è sconvolto, con le quotazioni dei principali prodotti agricoli in discesa sull’onda delle preoccupazioni per l’escalation della guerra commerciale tra Usa e Cina con i contratti dei futures a luglio per la soia che hanno perso il 10% del valore nell’ultimo mese“: è quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sull’andamento delle quotazioni al Chicago Board of trade, punto di riferimento mondiale per i prodotti agricoli di base, in occasione dell’annuncio del presidente degli Sati Uniti Donald Trump di nuove tariffe all’import cinese per 200 miliardi di dollari.

La soia – sottolinea la Coldiretti – è uno dei prodotti agricoli più coltivati nel mondo, largamente usato per l’alimentazione degli animali da allevamento, con gli Stati Uniti che si contendono con il Brasile il primato globale nei raccolti seguiti, sul podio, dall’Argentina per un totale dell’80% dei raccolti mondiali. Per sostenere l’aumento del consumo di carne con i propri allevamenti la Cina – precisa la Coldiretti – è il principale acquirente mondiale della soia, ma la guerra dei dazi con gli Stati Uniti fa cambiare le fonti di approvvigionamento.

La Cina – continua la Coldiretti – è la più grande consumatrice di soia che è costretta ad importare per utilizzarla nell’alimentazione del bestiame in forte espansione con i consumi di carne. I dazi sconvolgono i normali flussi commerciali e le quotazioni impattando su filiera importanti dell’agroalimentare italiano come quella della carne e del latte.

L’Ue importa – continua la Coldiretti – circa 14 milioni di tonnellate di semi di soia all’anno come fonte di proteine per i mangimi animali, compresi quelli per polli, suini e bovini, nonché per la produzione di latte. Ora le relazioni tra Usa e Cina – sostiene la Coldiretti – sono destinate a modificare di nuovo in futuro la domanda mondiale di soia con un impatto che riguarda direttamente l’Italia che – conclude la Coldiretti – è il primo produttore europeo di soia con circa il 50% della soia coltivata ma che e comunque deficitaria e deve importare dall’estero.”

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