L’aereo di Aeroflot, incendiatosi ieri all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca, con 73 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio a bordo, era diretto a Murmansk, ma subito dopo la partenza ha chiesto un atterraggio di emergenza ed è tornato indietro, ed ha preso fuoco.
Il comitato investigativo russo ha confermato la morte di 41 persone, tra cui due bambini. Secondo il ministero della Sanità russo, alcune persone sono rimaste ferite.
In un comunicato, la compagnia russa Aeroflot ha spiegato che l’aereo è stato costretto a tornare in aeroporto a causa di “motivi tecnici“, senza fornire ulteriori dettagli. L’incendio si sarebbe sviluppato all’interno del motore ed è stata avviata un’indagine interna per risalire alle cause dell’incidente.
Il Sukhoi Superjet-100 che ha preso fuoco ieri è stato evacuato “in 55 secondi“, in un tempo inferiore rispetto ai “90 secondi di norma“: lo ha spiegato in un’intervista alla tv di Stato Maksim Fetisov, portavoce della compagnia di bandiera russa Aeroflot. Una fonte dell’agenzia Interfax sostiene che l’operazione di evacuazione sia stata rallentata dai “passeggeri che sono stati colti dal panico e hanno cominciato a recuperare i loro bagagli dalle cappelliere dopo che l’aereo aveva avuto l’impatto col terreno e aveva preso fuoco. Questo ha bloccato l’evacuazione dei passeggeri dai sedili di dietro, che sono morti nell’incendio“.