Nel 1969, un grande terremoto al largo della costa del Portogallo ha provocato uno tsunami che ha ucciso oltre una dozzina di persone. Circa 200 anni prima, un terremoto ancora più grande aveva colpito la stessa area, provocando la morte di circa 100.000 persone e distruggendo la città di Lisbona. Due terremoti nello stesso punto in un arco di tempo di circa 200 anni non sono causa di allarme, ma quello che ha lasciato perplessi i sismologi riguardo queste scosse è il fatto che abbiano avuto inizio in una piana abissale lontana da faglie o fratture nella crosta terrestre dove le placche tettoniche scivolano uno accanto all’altra, rilasciando energia e causando terremoti. Quindi cosa ha provocato quelle scosse in un’area apparentemente calma?
Un’opzione potrebbe essere che una placca tettonica si stia dividendo in due strati, uno superiore e uno inferiore, un fenomeno che non è mai stato osservato prima, ha riportato un gruppo di scienziati all’assemblea dell’European Geosciences Union tenutasi a Vienna nel mese di aprile. Questa divisione potrebbe creare una nuova zona di subduzione, un’area in cui una placca tettonica inizia a scorrere sotto un’altra placca tettonica.
Probabilmente questa divisione è guidata dallo strato di assorbimento dell’acqua al centro della placca tettonica, secondo National Geographic. Questo strato potrebbe aver subito un processo geologico, chiamato serpentinizzazione, in cui l’acqua che si infiltra nelle fratture trasforma uno strato in minerali di colore verde. Questo strato trasformato potrebbe rendere la placca debole al punto che lo strato inferiore si separa da quello superiore. Questa divisione potrebbe portare profonde fratture che innescano una minuscola zona di subduzione, secondo quanto riportato da National Geographic.
Questo gruppo di esperti, guidati da João Duarte, geologo marino dell’Instituto Dom Luiz dell’Università di Lisbona, non è il primo a proporre questa idea, ma è il primo a fornire alcuni dati su di essa. Hanno testato le loro ipotesi con modelli bidimensionali e i loro risultati preliminari hanno dimostrato che questo tipo di attività è possibile, ma deve ancora essere provato. Se confermato, questo lavoro sarebbe il primo a mostrare una placca oceanica nell’atto di separarsi e potrebbe segnare una delle prime fasi della contrazione dell’Oceano Atlantico, che farebbe avvicinare l’Europa al Canada come previsto da alcuni modelli sull’attività tettonica.
Le placche tettoniche
Le placche tettoniche della Terra sono costantemente in lento movimento, con alcuni margini che si allontanano e altri che si scontrano. Almeno 3 volte nella storia lunga 4,5 miliardi di anni del nostro pianeta, le masse continentali si sono avvicinate per formare supercontinenti, per poi invertire la rotta e separarsi nuovamente. Le zone di subduzione sono le principali forze trainanti che permettono questi movimenti, spingendo la crosta oceanica e il mantello superiore in profondità. Le rocce così si trasformano e generano il movimento dei continenti.
Gli esperti credono che la separazione fra placche tettoniche sia diffusa sotto le spesse placche continentali attraverso un meccanismo leggermente diverso rispetto a quello della serpentinizzazione e forse anche nelle vecchie zone di subduzione, ma non è mai stato documentato prima nelle placche oceaniche. Duarte ha collaborato con Nicolas Riel, geologo della Johannes Gutenberg University Mainz, in Germania, per creare un modello numerico che includesse sia lo strato serpentinizzato che le zone di frattura vicine. Il risultato ha svelato una massa dalla forma a goccia che si è formata al di sotto della placca oceanica mentre il suo strato inferiore iniziava a separarsi, creando profonde fratture che sembravano essere l’inizio di una zona di subduzione.
Il lavoro non è ancora stato pubblicato su una rivista scientifica e al momento altri geologi valutano questi risultati con il giusto mix di entusiasmo e scetticismo.