Una delle preoccupazioni maggiori che risiede nella migrazione in atto in questo momento storico è la salute. Un rapporto dell’OMS Europa cerca di fare luce sulla problematica.
I rifugiati e i migranti possono essere più vulnerabili alle malattie infettive sia nei luoghi di origine sia di transito che di destinazione, questo è dato da diversi fattori ad esempio dell’alta prevalenza di questi disturbi in alcuni Paesi di partenza, dei problemi nell’accesso ai servizi sanitari o di condizioni di vita inadeguate nei Paesi di transito e destinazione.
Ma c’è anche un rischio molto basso di trasmissione di queste malattie alla popolazione dei Paesi ospitanti. E’ quanto evidenzia il Rapporto sulla Salute dei rifugiati e dei migranti nella Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), presentato nella giornata di oggi a Roma dal ministero della Salute e dall’Istituto nazionale per la promozione della Salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà (INMP) , insieme alla stessa OMS.
I 53 Paesi della Regione europea dell’OMS accolgono circa 90 milioni di migranti internazionali (circa il 10% della popolazione generale e il 35% della popolazione migrante globale), fra i quali meno del 7,4% sono rifugiati.Il report che è il primo del suo genere in quanto fornisce sia un’istantanea della Salute dei rifugiati e dei migranti nella regione sulla base dell’evidenza scientifica sia un quadro chiaro delle risposte al fenomeno da parte dei relativi sistemi sanitari. Raccoglie e analizza i dati contenuti in più di 13.000 documenti di letteratura a partire dal 2014. La maggior parte di coloro che giungono nei Paesi europei è sostanzialmente in buona Salute, confermando l’ipotesi del “migrante sano“, legata alle buone condizioni di queste persone alla partenza.
L’Italia, grazie al servizio sanitario universalistico di cui dispone, è in grado di fornire risposte efficaci in termini di individuazione precoce e trattamento, prendendosi cura della Salute dei singoli e garantendo la Salute delle comunità. Dal rapporto emerge però un rilevante numero di condizioni di Salute che possono rappresentare un carico di malattia per il migrante, sulle quali vi è necessità di un ulteriore approfondimento: le malattie non trasmissibili, le problematiche legate alla Salute mentale, alla Salute materno-infantile e a quella occupazionale. Tali problemi tendono spesso ad acuirsi per i migranti con il passare del tempo di permanenza nel Paese ospitante, a causa dell’esposizione continua a determinanti sociali negativi, specie laddove il sistema di integrazione risulti carente.
In conclusione, il report descrive come le malattie infettive abbiano ricevuto maggiore attenzione, ma cresce la consapevolezza che esiste una vasta gamma di problematiche sanitarie come: le malattie non infettive, la Salute materno-infantile e la Salute dei lavoratori, che richiedono politiche mirate e culturalmente orientate. Occorre pertanto rafforzare i sistemi informativi nazionali e la collaborazione intersettoriale e multidisciplinare, nonché abbattere le barriere d’accesso ai servizi sanitari, con l’obiettivo di una sempre maggiore equità nella Salute ed efficacia delle politiche di sanità pubblica.